17 marzo 2020

17 Marzo 2020

Un po’ di luce

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quel che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Il commento

Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette” (18,22). Questo Vangelo non ci mette a nostro agio, il comando di perdonare sempre e comunque ci lascia sconcertati. Gesù non fa sconti a nessuno e sembra non tener conto dell’umana natura. Sappiamo tutti, per esperienza personale, quanto sia facile accumulare rancore e quanto sia difficile praticare il perdono, a volte siamo incapaci di fare anche i più piccoli passi della riconciliazione. In alcuni casi il perdono ci appare anche profondamente ingiusto, abbiamo l’impressione che Dio non tenga conto della sofferenza che abbiamo subito e ci chiede di mettere una pietra sul male commesso. La parola che Gesù consegna a Pietro ci fa sentire totalmente incapaci, ci costringe a dire: “Non ce la faccio, non sono in grado di fare questo passo”. Abbiamo la tentazione di rinunciare a priori, senza neppure provarci. Oppure possiamo considerare questo insegnamento non come una regola di vita ma un orientamento da applicare caso per caso. È la perenne tentazione di misurare il Vangelo con le nostre capacità e di stracciare quelle pagine che appaiono troppo impegnative. Sarebbe un errore ancora più grave che ci farebbe cadere nella tristezza. Meglio prendere sul serio la parola di Gesù e scegliere il perdono come la via ordinaria, cioè la veste che indossiamo ogni giorno. Non basta rinunciare alla vendetta e chiuderci nell’indifferenza. Perdonare significa tendere la mano, riaprire spazi di dialogo, costruire ponti. Chi sceglie questa via non si mette dalla parte dell’ingiustizia ma vince la tentazione di alzare muri e s’impegna a scrivere nuove pagine di umanità. È questo l’agire di Dio. Dobbiamo leggere questa pagina di Vangelo sullo sfondo della croce. L’apostolo Paolo scrive in modo lapidario: “Nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi” (Rm 5,6). Il perdono manifesta, nella sua forma più visibile, la carità di Dio. Ogni volta che perdoniamo di cuore, risplende un raggio di luce divina. In un mondo attraversato da tante oscurità, cerchiamo di accendere un po’ di luce.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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