Restiamo Umani

Chi dimenticherà la benedizione Urbi et Orbi del Santo Padre?

Papa Francesco

di Ida Giangrande

Il coronavirus sta facendo emergere anche il lato positivo dell’umanità: il coraggio della speranza, la capacità di cercare il bene dell’altro e… la fede.

Dovremmo esserci abituati ad emozionarci di fronte ai gesti di solidarietà che il coronavirus ha suscitato da più parti dell’Italia e del mondo. Dalla “spesa sospesa” a Napoli per coloro che non hanno denaro per acquistarsi da mangiare al discorso del premier albanese, Edi Rama, che salutando una task force di medici pronti a partire per aiutare i colleghi italiani ha detto: “Siamo poveri ma non dimentichiamo… L’Italia vincerà questa guerra anche per noi e per il mondo intero”.

Grandi gesti che fanno emergere il lato positivo di questa storia ai limiti dell’inverosimile: coronavirus e solidarietà sembrano intrecciarsi e fanno ben sperare in una rinascita dell’intera umanità. Ma tanto più importanti risultano spesso anche i piccoli gesti. Quelli compiuti senza alcuna velleità, che strappano un sorriso e donano fiducia. Suscita emozione sul web l’esibizione di un medico della Medicina ad alta intensità dell’Ospedale di Circolo di Varese che, alla fine del suo turno nel reparto Covid, si è esibito al pianoforte nella hall, suonando un paio di canzoni dei Queen, fra cui “Don’t Stop Me Now”. Avrebbe potuto liberarsi dall’armatura e scappare via dalla linea di fuoco dove l’umanità si scontra con il nemico invisibile: l’ospedale. Invece no, si è seduto al pianoforte e ha suonato. Per chi? Per i pazienti ricoverati, per i colleghi e in fondo anche per se stesso, per esorcizzare la paura, trovare il coraggio della speranza. “Non fermiamoci” è diventato il messaggio della Asst dei Sette Laghi che ha pubblicato il video sulla propria pagina Facebook. Il medico pianista, in divisa e mascherina, è Christian Mongiardi, giovane ecografista che l’altro pomeriggio, sceso con due colleghi per mangiare un panino, ha trovato lo spaccio chiuso e si è seduto al pianoforte, donato pochi mesi fa da una onlus. Quando il video si è diffuso Mongiardi era contrariato. Ma il suo primario, Francesco Dentali, lo ha convinto: “Gli ho detto che era una cosa bella e avrebbe dato morale a tutti noi e a tutte le persone che hanno parenti e amici ricoverati per il Covid in questo periodo difficile”.

Guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=88qOYQzMA-8

Certo non capita tutti i giorni di sentire musica negli ospedali e provo a mettermi nei panni dei tanti pazienti ricoverati, quelli affetti da Covid e quelli che si trovano lì per tante altre ragioni. Deve essere stato un sollievo essere raggiunti da quelle note, è come un sorso di acqua fresca quando hai sete. L’irruzione della speranza che in fondo, rende questo mondo più bello di com’è. 

Oltre al coraggio della speranza grazie al coronavirus abbiamo ritrovato anche il coraggio di alzare gli occhi al cielo. Chi dimenticherà la benedizione Urbi et Orbi del Santo Padre trasmessa in diretta televisiva nel pomeriggio di venerdì? Poche parole, le poche sufficienti ad incorniciare la situazione poi silenzio e adorazione. L’unico a parlare era Gesù Eucaristico. Una voce imperiosa che echeggiava con potenza in una piazza San Pietro deserta. La pioggia scrosciava con veemenza sul colonnato del Bernini mentre il Papa, dopo aver attraversato da solo il colle vaticano, teneva alto l’ostensorio verso l’umanità invisibile e spaventata. No, tutto questo non passerà senza lasciare segni, ma contrariamente a quanto spesso sento in giro, saranno segni positivi che insegneranno a guardare alla vita con quella giusta dose di precarietà che ci porterà a legarci a Dio più che a noi stessi.




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