
Senza Dio l’uomo non diventa uomo
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,21-30)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Il commento
“Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite (8,29). L’evangelista sottolinea il legame speciale che unisce Gesù al Padre, tra loro c’è una misteriosa corrente di vita: da una parte egli afferma di ricevere tutto da Dio e dall’altra si preoccupa di fare sempre e solo ciò che gli è gradito. Soffermiamoci su queste parole che rivelano la straordinaria umiltà del Nazareno. Tutta la sua persona affascina, i gesti che compie lo pongono al di sopra di tutti gli altri. E tuttavia, egli si presenta solo come il fedele esecutore di quello che Dio vuole. Tutto questo fa risaltare l’assoluta unicità di Gesù: egli manifesta e comunica le parole di Dio, quelle che sfuggono alla ragione umana: “Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo” (8,23). Questa radicale contrapposizione, invita a non farsi illusioni: le parole di Dio sono troppo diverse e talvolta decisamente contrastanti con quelle che l’uomo riesce a comprendere. Gesù viene da Dio e comunica una parola che l’uomo non può pretendere di comprendere e misurare. La luce di Dio acceca, i suoi desideri mettono in crisi le nostre attese. Se manca l’umiltà di riconoscerlo come il Figlio di Dio, l’uomo resta prigioniero dei suoi pensieri. Non si tratta di una scelta opinabile. Gesù non è uno tra gli altri. Come pensano i nostri contemporanei e forse anche molti battezzati. Per scuotere i suoi interlocutori dall’apatia, l’insegnamento assume i toni di un durissimo ammonimento: “Se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati” (8,24).
L’uomo non può diventare uomo senza Dio. Anzi, senza Dio non può neppure comprendere se stesso se non in modo parziale e riduttivo. Non raramente, infatti, la ragione diventa uno specchio deformante che impedisce di cogliere la verità. Nel contesto di una pandemia che chiede all’uomo di usare tutte le sue capacità, non dobbiamo dimenticare che senza Dio possiamo sconfiggere il contagio ma non possiamo abbattere il muro della morte e gustare la pienezza della vita.
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