2 aprile 2020

2 Aprile 2020

Le ali della fede

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,51-59)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ”È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Il commento

In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno” (8,51). L’affermazione che dà inizio alla pagina odierna è un annuncio ma anche una promessa. La parola contrasta con la realtà dei fatti. I suoi avversari potrebbero dirgli: “Le tue sono belle parole ma la realtà è un’altra, tutti i grandi uomini della nostra storia sono passati attraverso la morte, a cominciare da Abramo. Come puoi affermare che tu hai il potere di liberarci dalla morte?”. Gesù offre una provocazione oggettivamente difficile da comprendere. Se fosse un uomo a parlare così, sarebbe solo un ciarlatano che vende affascinanti illusioni. Se invece riconosciamo che parla con l’autorità stessa di Dio, allora cambia tutto. Considerando quant’è povera la nostra fede, dopo duemila anni e tante luminose testimonianze, dovremmo essere più indulgenti nei confronti dei Giudei. Non pochi cristiani del nostro tempo sarebbero pronti ad avanzare le stesse obiezioni. Le parole del Nazareno possono essere pienamente comprese solo alla luce della Pasqua. Anche Gesù è passato attraverso la comune eredità di tutti gli uomini ma ha spezzato le catene della morte. La vita che Lui dona non può essere soffocata, dopo aver percorso il tunnel oscuro che pone fine ai giorni, risorge nella luce senza fine.

Non c’è soltanto la morte fisica con il suo carico di dolore; c’è anche la rassegnazione di chi, di fronte agli eventi più dolorosi, cade nell’angoscia e veste i panni del lutto. “Asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno” (Ap 21,4). L’annuncio dell’Apocalisse si realizza fin d’ora perché dona ai credenti di andare incontro alla morte con quella interiore libertà che nasce dalla certezza della resurrezione. È facile cantare l’Alleluia quando la vita splende. Chi ha fede lo canta anche quando la vita si spegne. Non si rassegna ma si consegna nelle mani di Dio. Oggi chiediamo la grazia di accogliere e custodire le parole di Gesù come ali che ci permettono di volare nei luoghi inaccessibili alla ragione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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