
È facile cadere
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,21-33.36-38)
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Il commento
“In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte” (13,38). Anche oggi appare in primo piano la figura di Giuda: buona parte del brano evangelico parla di lui, ma è giusto ricordare che nella parte finale emerge anche la testimonianza di Pietro, la sua promessa di fedeltà e l’annuncio del tradimento. Si tratta di due personaggi molto diversi ma entrambi hanno tradito. Il gesto di Giuda è certamente più grave perché è stato compiuto a mente fredda, al termine di un progressivo allontanamento ideale e di un prolungato e solitario discernimento. Pietro, invece, rinnega il Maestro nel contesto di una notte carica di emozioni difficili da gestire. Quando il clima è arroventato e si rincorrono le voci più diverse, è facile cadere nella paura e prendere le distanze dal Maestro. Nonostante le legittime giustificazioni, questa pagina evangelica ricorda a tutti la nostra costitutiva fragilità, nessuno può salire in cattedra. Uno solo è il Maestro che resta perfettamente fedele alle sue promesse. A noi viene chiesto di abbandonare quella falsa sicurezza che rischia di diventare una trappola mortale, come scrive l’apostolo: “Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere” (1Cor 10,12). Pietro e Giuda hanno avuto entrambi la grazia di essere stati scelti e chiamati da Gesù, hanno avuto il privilegio di vivere con lui, hanno ascoltato le sue parole, hanno visto i suoi miracoli… e tuttavia sono caduti.
La loro vicenda è un chiaro ammonimento che il Vangelo rivolge a tutti. Possiamo vivere esperienze straordinarie di preghiera, ricevere grazie particolari, incontrare testimoni qualificati della fede e poi cadere miseramente, dire o fare cose incompatibili con il Vangelo di Dio. Oggi c’impegniamo a pregare, in modo tutto particolare, per coloro che hanno ricevuto la responsabilità d guidare la comunità ecclesiale ed hanno il compito di comunicare a tutti l’acqua della grazia. Se vivranno con fedeltà il loro ministero, non solo si salveranno ma daranno a tanti altri la possibilità di scoprire e accogliere le vie di Dio.
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