11 aprile 2020

11 Aprile 2020

Nel luogo più lontano

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Il venerdì santo c’immerge nell’ora della passione, i vangeli descrivono accuratamente le tappe principali di quegli eventi dolorosi. Li abbiamo rivissuti attraverso la liturgia e la via crucis. Alcuni hanno contemplato da lontano la morte di Gesù, altri hanno avuto il coraggio di avvicinarsi e di restare ai piedi della croce; altri ancora, senza averlo previsto né desiderato, sono stati caricati della croce. Tutto questo è ormai compiuto. Fa parte della storia. Fa parte del passato. La morte ha detto la parola fine. Così pensano tutti. E invece, proprio allora la creazione riparte. Dio non inganna gli uomini ma a volte si diverte a imbrogliare le carte.

I vangeli tacciono ma la tradizione, che trova il suo sigillo nel Simbolo degli apostoli, proclama che Cristo “discese agli inferi”, cioè nel luogo della morte. Gli inferi non sono l’inferno (luogo dei dannati) ma il luogo dove si trovavano le anime ancora prive della visione di Dio. “E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione” (1Pt 3,19). Rileggiamo alcuni passaggi di un’antica omelia sul sabato santo: “Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormivano […] Egli va a cercare il primo padre, come la pecora smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva, che si trovano in prigione”. Il Risorto porta l’annuncio che risuona lungo i secoli: “Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio. Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la Vita dei morti”. Quel giorno Gesù si reca nel luogo più lontano, dove nessun uomo può arrivare. Entra negli abissi della morte per riportare la vita nuova e definitiva. Non c’è tempo per le lacrime del lutto, l’umanità ha bisogno di chi annuncia la vita. Recuperiamo le forze e mettiamoci in cammino.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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