Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

il-commento-al-vangelo-di-oggi-

18 Aprile 2020

Tutti bocciati

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

Il commento

Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro” (16,13). In questa pagina, l’ultima del Vangelo di Marco, gli apostoli non fanno una bella figura, anzi ricevono una sonora bocciatura. I discepoli sono icona della fede, loro invece sono l’emblema dell’incredulità. Senza complessi e senza censure, l’evangelista racconta la plateale e ostinata incredulità degli Undici, cioè di quelli che “erano stati con lui” (16,10). Sono amici più fidati, quelli che avevano condiviso ogni passo del Maestro. Ebbene proprio loro appaiono radicalmente chiusi alla luce. L’esperienza di Maria di Magdala e quella dei discepoli di Emmaus non fanno alcuna breccia nel muro di incredulità. Proprio loro che, prima e più degli altri, avrebbero dovuto essere esperti nelle cose di Dio e perciò aperti alla luce, sembrano vaccinati contro la speranza. Gesù li rimprovera con particolare severità (16,14),  il verbo oneidízō significa infatti ingiuriare. Matteo lo usa per indicare le invettive che Gesù rivolge contro le città della Galilea che, malgrado i miracoli, non hanno creduto (Mt 11,20). Evidentemente il Risorto non ha perso le buone abitudini. Il suo stile ricorda alla Chiesa che quando è in gioco la fede non dobbiamo usare le parole della diplomazia. La verità non sopporta le mezze misure.

Questo Vangelo è uno specchio della nostra fragile fede. In apparenza indossiamo la veste dei credenti e ci presentiamo come gli amici di Gesù. In realtà restiamo prigionieri dei dubbi e delle incertezze. E quando c’è da soffrire per il Vangelo, troviamo sempre qualche scusa per giustificare il nostro disimpegno. Questa parola è rivolta a tutti ma non dimentichiamo che i Vescovi sono “successori degli apostoli” (Lumen gentium, 18). Anche i Pastori possono restare prigionieri della paura. Anche in questo caso non dimentichiamo che il timone della Chiesa resta nelle mani del Signore. Lui non abdica al suo ruolo e siamo certi che, quando è necessario, interviene, rimprovera con durezza e rimette a posto le cose. È quello che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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