Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

26 aprile 2020

26 Aprile 2020

Un affare di pochi

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Il commento

Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro” (24,15). Sono due fuggiaschi, hanno lasciato in tutta fretta Gerusalemme, vogliono dimenticare la triste esperienza che hanno vissuto. Dovrebbero essere iscritti nell’odiosa categoria dei traditori. E invece, il Risorto li raggiunge lungo la via, li scuote e li affascina con la sua parola e restituisce loro la veste e la dignità dei discepoli. Anzi, consegna loro il diploma dei testimoni qualificati, quelli che hanno avuto il privilegio delle apparizioni. Fanno parte dei “testimoni prescelti” (At 10, 41). Nulla da eccepire, per carità. È Lui che sceglie ma… se fosse dipeso da noi, avremmo fatto certamente una selezione più accurata. Non mi riferisco solo ai disertori di Emmaus. A leggere i vangeli ci accorgiamo che la resurrezione è un affare di pochi. E quei pochi non sembrano le persone più adatte. Un evento così importante e decisivo per le sorti dell’umanità è stato affidato a uomini privi di istruzione. Il Signore agisce davvero in modo strano. Avrebbe dovuto apparire a personaggi influenti, ad esempio la moglie di Pilato che manifesta per lui una certa simpatia (Mt 27,19). Se avesse agito con più scaltrezza, avremmo avuto meno problemi, l’annuncio della resurrezione sarebbe stato affidato a supporter incontestabili e credibili. E invece sceglie Gesù si presenta ad uno sparuto gruppo di donne, a due oscuri discepoli che tornano a casa, si manifesta anche a Pietro e agli altri apostoli. Gente comune, la cui parola contava meno che niente.

Piaccia o no, è questo lo stile di Dio. È il suo marchio di fabbrica. Dio sceglie gli umili per confondere i potenti (1Cor 1, 27-28). Comunica il suo potere a coloro che non hanno alcun potere. Anche oggi agisce così. Dio rivolge a tutti la sua Parola. Ma accade spesso che i potenti abbiano altre cose da fare e troppi interessi da difendere per mettersi al servizio di Dio. Gli umili invece si lasciano scuotere e scomodare. Oggi chiediamo la grazia di diventare testimoni del Risorto e di inserirci nella scia luminosa dei santi che non hanno evitato i rischi della fede ed hanno fatto della vita un annuncio credibile.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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