Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

5 maggio 2020

5 Maggio 2020

Basta domande

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 22-30)
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Il commento

Allora i Giudei gli si fecero attorno…” (10,24). I Giudei si avvicinano a Gesù, il verbo fa pensare ad un gruppo che lo circonda da tutti i lati, come se non volesse lasciare alcuna via di fuga. Apparentemente mostrano interesse, vogliono capire, gli chiedono di essere ancora più esplicito: “Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente” (10,24). Sembra una richiesta legittima, in realtà proprio loro che esigono una parola leale, nascondono le loro intenzioni. Chiedono a Gesù di parlare con franchezza come se fino a quel momento si fosse nascosto, come se gesti e parole non avessero già detto tutto quello che era necessario sapere. La risposta di Gesù è carica di amarezza: “Ve l’ho detto, e non credete” (10, 25). Non lo ha detto solo con i discorsi ma anche e soprattutto attraverso le opere. Fino a questo momento l’evangelista ha disseminato nel suo racconto sei segni: dalle nozze di Cana fino alla guarigione del cieco nato. Sei segni fanno pensare ai sei giorni della creazione. L’opera è ormai compiuta. Gesù ha manifestato con chiarezza la sua identità. Tutto inutile, quello che ha detto e fatto non è riuscito ad abbattere il muro di incredulità, sono ancora lì a chiedere altri segni e altre parole.

Quella dei Giudei è una tecnica sempre valida: anche oggi l’uomo si nasconde dietro le domande per giustificare il proprio rifiuto. Un modo elegante per dare la colpa a quel Dio che si nasconde dietro le nuvole. Tutti chiedono più luce ma pochi sono disposti a dare credito alle testimonianze luminose dei santi. La fede non è priva di ragioni ma cammina nei sentieri della fiducia. Dio parla apertamente ma non sempre trova in noi l’umile e sincera disponibilità, siamo noi a dettare le condizioni, pretendiamo di misurare le parole di Dio con le nostre attese. Aveva ragione Blaise Pascal: “Dio ha messo nel mondo abbastanza luce per chi vuole credere, ma ha anche lasciato abbastanza ombre per chi non vuole credere”. Verrà il tempo degli esami e non potremo più nasconderci. Oggi chiediamo la grazia di non far domande ma di rispondere alle attese di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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