Coronavirus

Una mamma e un figlio: insieme nella malattia e nella guarigione

ospedale

Di Giovanna Abbagnara

Benedetta è una giovane mamma che nel marzo scorso ha contratto sul posto di lavoro il coronavirus. A casa un figlio malato di leucemia linfoblastica. Due vite, un'unica grande fede.

“Quando sono precipitata nel coma ho avuto davanti a me l’oscurità. La sensazione che mi rimane è di avere visto cosa c’è oltre. Ero gravissima ed ero nel panico. Mi sono rivolta a Dio e gli ho detto: ho Andrea di 9 anni, deve fare la Comunione. Ho Arianna di 5 anni, deve andare in prima elementare. Decidi tu”. È Benedetta a parlare prima di sprofondare dal 24 marzo al 10 aprile 2020 in un coma farmacologico indotto perché intubata a causa del coronavirus che le impediva di respirare e l’aveva ridotta in condizioni disperate. Chi è Benedetta? È una giovane mamma, con due bellissimi bambini e una grande forza interiore che l’ha portata a combattere con tutte le sue forze contro quel male insidioso per tornare dai suoi bambini, dalla sua famiglia e soprattutto dal figlio Andrea, nove anni affetto da leucemia linfoblastica. È lei che si racconta al Giornale di Sicilia in un articolo pubblicato per la Festa della Mamma. 

Ci troviamo in Sicilia, una delle regioni del Sud in cui il virus è stato più benevolo che in altre: 3366 contagi, 263 deceduti ad oggi. Benedetta lavora presso un call center, ed è qui che molto probabilmente contrae il Covid 19, attraverso lo scambio durante una pausa caffé con amici che avevano incontrato persone di Bergamo. Comincia a stare male il 15 marzo. Ha febbre e spossatezza. Chiama la pediatra del figlio, diventata sua amica: “Quando ho cominciato a non star bene, temendo di poter provocare problemi a mio figlio che è immunodepresso, l’ho chiamata e le ho spiegato i sintomi – racconta – Mi aveva già dato una mano a salvarlo con il suo tempestivo sospetto di diagnosi quando nel 2016 si ammalò di leucemia. E anche stavolta mi ha dato le istruzioni giuste. Mi sono isolata e ho tenuto tutti e tre a distanza anche senza essere certa di aver contratto il virus”. Alcune amicizie si rivelano essenziali in alcune curve della vita. Sono quelle luci che ti indicano la strada in un momento di confusione e di panico.

Durante l’isolamento a casa, le condizioni di Benedetta peggiorano. Viene sottoposta a tampone, risultato positivo. È trasferita al Pronto Soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo. Lì una Tac evidenzia una polmonite bilaterale intersistiale che dava già un brusco calo della saturazione, il livello di ossigeno nel sangue. Successivamente viene trasferita nel Covid-hospital di Partinico, sottoposta al casco di ventilazione, fino ad arrivare all’intubazione con otto giorni di coma. Il pensiero prima di chiudere gli occhi è ai suoi figli. Lascia fare a Dio, “ora decidi tu”. Lo sfida quasi ma una mamma può permetterselo. Una mamma ha coraggio da vendere. Papa Francesco ha detto che per capire “Dio come ci ama dovremmo guardare a una madre, a come lei ama i suoi figli”.

E il Signore ascolta la sua preghiera e la restituisce alla vita. Debole, spossata ma viva. Il giorno della prima telefonata ad Andrea ed Arianna, i suoi figli in reparto non si trovavano più né borsa né telefonino. Poi la videochiamata. È Benedetta che racconta: “Andrea è scoppiato a piangere, Arianna appresso a lui. Ero debole ma felice. Fate del vostro meglio per lei, diceva Andrea a chi era lì a curarmi, il mio bambino che di medici ne ha conosciuti tanti. Cosa dicono i dottori, mamma?”. Quel piccolo ometto che nella sua breve esistenza aveva lottato due anni contro la leucemia, si considera un esperto. Benedetta è commossa, è piena di fede e di ostinazione, deve tornare dai suoi bambini. Il marito Antonio anche lui commosso fino alle lacrime. Aveva fatto di tutto per custodire i suoi piccoli durante quei giorni ma certamente la preoccupazione per la moglie riempiva in ogni istante la mente e il cuore. Trattenuta per altri 40 giorni in ospedale, durante i quali Benedetta vede tante situazioni di sofferenza, il 2 maggio finalmente è tornata a casa. Nessuno dei suoi familiari è risultato positivo al Coronavirus. La malattia è sconfitta. Il virus non ha fatto i conti con la fede e l’amore di una mamma. Dopo pochi giorni, arriva la notizia che la leucemia di Andrea è stata definitivamente debellata. Due vittorie, un unico amore, due vite un’unica fede. I miracoli quotidiani che restano nascosti tra le pieghe della storia.




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