
Il vero campione
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,29-33)
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Il commento
“Io ho vinto il mondo!” (16,33). Queste parole sigillano un ampio dialogo in cui l’evangelista ha raccolto i contenuti essenziali del cristianesimo (14,1 – 16,33). L’affermazione di Gesù è presentata in una forma assoluta, il verbo indica un passato compiuto, possiamo tradurre: “ho già vinto”. Gesù annuncia il successo, in realtà si prepara ad affrontare una drammatica e cocente sconfitta. Lui è ben consapevole di quello che sta per accadere ma non sembra affatto intimorito, anzi proclama che il confronto lo vedrà vittorioso. La Chiesa propone come modello un uomo che è stato sconfitto. Evidentemente il trionfo che Gesù annuncia non segue i canoni del mondo ma si misura con l’amore. Alcuni pensano che questa parola sia solo la maschera suggestiva della retorica buonista. Noi invece crediamo davvero che solo l’amore vince. Solo chi ama fino alla fine può ottenere il titolo di campione. La storia dichiara vincitori quelli che hanno raggiunto il potere, politico o economico, magari con la forza e senza badare a spese. Riconosce gli onori agli artisti, non importa se hanno seminato errori e confusioni. Gesù ha vinto perché ha fatto dell’amore la regola suprema: “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13,1). Ha vinto una volta e per sempre. Ha vinto per tutti. Gesù avverte che non mancheranno le tribolazioni ma chiede di non scoraggiarsi, chi si unisce a Lui partecipa al suo trionfo.
Chi ama non ha paura della fatica che deve affrontare per servire il prossimo, anzi mette in conto che c’è da soffrire per vedere in questa terra sorgere quegli spazi di umanità che Dio sogna. L’apostolo Giacomo va oltre: “Considerate perfetta letizia miei fratelli quando subite ogni genere di prove” (Gc 1,2). Nelle difficoltà, nelle contrarietà e nelle persecuzioni, dobbiamo rallegrarci perché sappiamo di partecipare alla gestazione di quel Regno che Gesù ha inaugurato per mezzo della sua croce. A Maria, Vergine fedele, che ha sofferto ai piedi della croce, oggi chiediamo la grazia di restare fedeli alla missione che Dio ci ha affidato.
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