Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

27 maggio 2020

27 Maggio 2020

Non allontanare il tuo sguardo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 17, 11b-19)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Il commento

Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quelli che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi” (17,11). Meditiamo anche oggi la preghiera sacerdotale. Nella prima parte della preghiera emerge il legame esclusivo tra il Figlio e il Padre (17, 1-5), la seconda parte invece è dominata dalla preoccupazione per i discepoli. Fino a questo momento Gesù li ha custoditi con amore, ha dato loro la Parola, ha fatto conoscere il Nome di Dio, cioè ha svelato il volto di un Padre ricco di misericordia, ha indicato quei sentieri che vestono la vita di gioia e conducono all’eterna beatitudine, ha messo in guardia dal maligno. Questo ministero ora sta per finire, il Figlio ritorna alla destra del Padre. Questa preghiera potrebbe apparire come la solenne conclusione, l’annuncio del distacco definitivo. In realtà non è il testamento di chi sta per lasciare ma la conferma che l’opera che Lui ha compiuto continua lungo tutti i secoli, fino alla fine della storia. E come tutto è iniziato da cuore misericordioso di Dio così tutto ricomincia con Lui. Per questo, dopo aver fatto la sua parte, Gesù chiede al Padre di custodire i discepoli. Il verbo tēréō significa aver curaproteggere. È legato al verbo theōréō che significa vedere. Possiamo tradurre così: “Padre, non allontanare il tuo sguardo, ti prego non perderli d’occhio”. Aver cura di qualcuno consiste nel seguire con attenzione, come una mamma che, pur immersa in tante faccende, non perde d’occhio i figli. È bello sapere che viviamo sotto lo sguardo amorevole di Dio. 

La missione salvifica continua, spetta ora alla Chiesa far risuonare il Vangelo perché la fecondità della Pasqua possa giungere in ogni angolo della terra. Tutto inizia dal restare con il cuore rivolto al Cielo. Pregare significa consegnare la propria vita nelle mani di Dio per ricevere la grazia di ricominciare daccapo. Ogni autentica preghiera rappresenta un nuovo inizio perché Dio dona luce e forza in abbondanza per fare della vita un suggestivo e fecondo annuncio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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