Coppia

I nuovi amori sono amore vero?

coppia

di Gabriele Soliani

Con i nuovi amori siamo tutti più pazienti, accoglienti e disponibili all’ascolto. Ma perché non ci si impegna ad esserlo con il proprio sposo o sposa, prima che il matrimonio finisca?

Succede qualcosa ai separati che anche loro spesso non comprendono bene. Dopo tanti litigi, offese, dolore, delusioni e blocchi affettivi (di blocchi infatti si tratta) la separazione sembra inevitabile e liberatoria. Persino gli amici e i famigliari consigliano la separazione, tranne ovviamente i figli che invece soffrono più per la separazione e l’allontanamento dei genitori che per i litigi. L’esperienza e gli studi dicono proprio così: è più doloroso per i figli vedere la mamma o il padre che non torna più a casa che vederli litigare. I bambini, ma anche gli adolescenti, soffrono durante i litigi dei genitori (e ne porteranno il segno anche nella vita) ma il trauma della separazione è più doloroso.

Appena separati sembra tornare una specie di pace in casa: meno tensioni, meno facce dure, meno silenzi, meno risposte sgarbate. Spesso i litiganti dicono che “non vedere” il coniuge li fa sentire più sereni, e da qui comincia la prima… falsa sicurezza. “Hai visto che era proprio lui (proprio lei) la causa del mio malessere! Infatti ora che non lo vedo (la vedo) sto meglio e in casa c’è pace”. Uscita di casa la “causa del malessere” sembra che la vita ricominci ed infatti si sente dire spesso dalle donne: “Mi sono riappropriata della mia vita” e dagli uomini: “Ora sono più sereno”. Ai separati interessa più il loro benessere che quello dei figli. Sembra un controsenso ma è così. Ma non è finita qui.

Dopo qualche tempo il cuore affettivo si rimette in movimento perché una caratteristica del cuore affettivo è quella della tensione verso il completamento con un’altra persona. All’improvviso compare nella vita del separato (della separata) un’altra persona che, all’inizio, pare essere innocua per un affetto amoroso. “È solo un’amica”. “È solo uno che ho conosciuto da poco” eppure i bisogni affettivi, mai quieti, si attivano. Sono effettivamente “bisogni per se stessi”. Dopo i litigi, e magari gli avvocati, la persona comparsa all’improvviso sembra più interessante di chi “mi ha fatto soffrire”. Incomincia qui un’altra falsa sicurezza. Uno strano meccanismo si mette in moto, con poca o nulla consapevolezza. Si diventa più buoni, più pazienti, comprensivi, capaci di ascolto, affettuosi, coinvolti. Ricompare anche una certa attrazione fisica, il desiderio di scherzare e sorridere, addirittura la scoperta di gusti simili per il cinema, per l’arte, la musica, l’educazione dei figli. Ai due sembra tutto vero e riparte così un “nuovo amore” perché quello di prima “è finito”. Le fiction televisive e il cinema hanno fatto la loro fortuna su queste false sicurezze. Senza ovviamente voler giudicare chi vive questa situazione, bisogna dire che in realtà si tratta di autosuggestione. Se ci si riscopre improvvisamente più buoni e pazienti perché allora non ci si è impegnati a fondo nel matrimonio? Perché? Il “nuovo amore” è forse la soluzione della vita? È scomodo affermarlo ma questa ritrovata sicurezza accontenta più se stessi che l’altra persona, e la parte psicologica profonda, per non fallire una seconda volta, ci mette… più impegno. I figli senza dirlo in faccia pensano: “Ma perché non l’ha fatto con la mamma o con il papà!”. I figli capiscono al volo la realtà dei fatti. Non si ripeterà mai abbastanza quanto siano serie le promesse matrimoniali: “Io accolgo te e prometto…”.




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