Messa con popolo “Padre ci riconosci con queste mascherine?” Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 29 Maggio 2020 Nessun commento su “Padre ci riconosci con queste mascherine?” di don Gianluca Coppola Abbiamo dovuto osservare mentre il mondo cercava un farmaco contro il virus, neutralizzando l’unico vero rimedio: l'Eucaristia. Ma ora il popolo è tornato a Messa ed io continuo a pensare alle parole di Gesù a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. A tratti sembra di stare in uno di quei film apocalittici che parlano di pandemie catastrofiche che sono tanto piaciuti ai più (paranoici) e che durante il lockdown sono andati in onda sulle reti nazionali e sulle piattaforme streaming, giusto per rasserenare gli animi, ovviamente… E di cose “rassicuranti” come queste i mass media ne hanno fatte davvero tante! Abbiamo assistito a un vergognoso combattimento tra reti televisive e canali di informazione, di ogni specie, all’ultima ansia. Una staffetta continua al passaggio del testimone della paura e della negazione della speranza. Il tutto mentre si cercava di neutralizzare l’unico farmaco reale, efficace e clinicamente testato contro la paura della morte: l’Eucaristia. Così ci è sembrata all’inizio la prima domenica celebrata col popolo. Nel giorno dell’Ascensione al cielo di Gesù abbiamo ricominciato a celebrare insieme alla nostra gente il più grande evento dell’umanità: la Santa Messa. Tra gli invitati non erano presenti Donald Trump, Giuseppe Conte, anche se entrambi sedicenti “cristiani”, insieme ai grandi nomi della finanza mondiale, ignari del fatto che, a detta di un tale san Pio da Pietrelcina: “Ad ogni Messa si decidono i destini terreni dell’uomo… tutto si decide lì”. Presenti invece le persone comuni, per lo più anziani e famiglie, chiusi dietro i dispositivi di sicurezza anti Covid-19 e pronti a subire qualsiasi “angheria” e limitazione pur di sedere ancora in quei banchi, ascoltare la Parola che salva, nutrirsi del “farmaco d’immortalità”. Poi ci vengono a dire che la fede è morta, che “Dio è morto”, io direi solo che è migliorata in qualità a scapito, grazie a Dio, della quantità… ma questo è un altro discorso. Prima della Celebrazione vado all’ambone per salutare tutti e porgere un benvenuto insieme ad alcune raccomandazioni, quando, in un impeto di gioia, col cuore conteso tra la paura, l’evidente imbarazzo e quello strano impulso che spinge in avanti chi si sente depositario di qualcosa che non può tacere, Rita si alza e grida dall’assemblea: “Padre ci riconosci con queste mascherine? Siamo noi!” e una lacrima le scende dagli occhi bagnandole la “bautta”. In quel momento il mio cuore non ha potuto tacere e gli ho gridato: “Certo, siete le mie pecorelle, il pastore consce le sue pecore, sempre. Vi riconosco dalla voce”. In quel momento, facendo molta fatica a trattenere la commozione, ho sentito che niente di ciò che la Chiesa ha ricevuto da Dio si può cancellare. Ho pensato all’est comunista in cui per diversi decenni si è sistematicamente vietata la celebrazione dell’Eucaristia e come dopo tanti anni tutto è rinato più forte di prima, dato che oggi dall’est ci viene una grande lezione di fedeltà a Dio e al magistero della Chiesa. Basti pensare alla Polonia, dove non si è mai negata la partecipazione del popolo alla Messa, anche nella fase più acuta delle restrizioni e dove lo stesso Primo ministro ha partecipato ogni giorno all’Eucaristia e non ci sono stati contagi nelle Chiese. Ma soprattutto è stato uno dei paesi meno colpiti. Inizia la Celebrazione e tra mascherine, gel igienizzanti e tante lacrime di commozione esplode dall’assemblea un canto dirompente. Questa Ascensione, allora, mi dico, è stata un Pasqua. La Pasqua del popolo desideroso di Dio, desideroso di vita eterna. E ancora una volta sono andato col pensiero alle parole di Gesù, quelle dette a Pietro, forse le più belle mai pronunciate dal Maestro al capo degli Apostoli: “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. Niente potrà mai distruggere ciò che Gesù ha edificato! Coraggio, andiamo avanti, senza paura. E tutto questo ci sia di insegnamento. La Messa non è un di più. La Messa è il primo “genere” necessario all’uomo. Perché solo Dio può salvare questo mondo e nell’Eucaristia, Lui è presente. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Eucaristia, Messa, Virus ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. 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