8 giugno 2020

8 Giugno 2020

La bottega della gioia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

Il commento

Si mise a parlare e insegnava loro dicendo…” (5,2). Oggi iniziamo a leggere il Vangelo di Matteo che ci accompagnerà fino alla fine di agosto. È Gesù il protagonista, è Lui al centro della scena, è il Maestro che consegna le parole di Dio. Lui sale sul monte, i discepoli si avvicinano a Lui. L’evangelista usa due verbi: parlare e insegnare. Solo in Gesù queste due verbi coincidono perché ogni sua parola contiene un insegnamento. La sua parola traccia con certezza la strada che conduce l’uomo alla perfezione. Le beatitudini rappresentano la porta d’ingresso di quel primo discorso che, nelle intenzioni dell’evangelista, contiene i contenuti fondamentale dell’esperienza di fede (5,1 – 7,29). È bene perciò meditarlo con attenzione. A coloro che iniziano l’esperienza di fede, l’evangelista consegna un annuncio: accogliere il Vangelo e diventare discepoli significa ricevere la gioia. Il cristianesimo si presenta come la bottega della gioia. È bello sapere che Dio vuole renderci felici. Ma siamo stupiti e forse anche sconcertati nello scoprire i sentieri che Gesù chiede di percorrere, sono radicalmente diversi da quelli che noi immaginiamo. È bene ricordare l’ammonimento profetico: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (Is 55,8). Solo chi si fida di Dio e accoglie la sua Parola trova la gioia vera, quella che dura per sempre. Possiamo essere felici anche se la vita è piena di tribolazioni. Contrariamente a quelli che illudono la gente per calcoli politici o interessi economici, Gesù non ha mai promesso che tutto andrà bene; ma ha sempre assicurato che in ogni circostanza della vita, Lui non farà mancare la sua presenza e la consolazione del suo Spirito. “Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua” (Papa Francesco, Evangelii gaudium, 6). L’amicizia di Dio non annulla nessuna difficoltà eppure custodisce la gioia del cuore. Se Dio è l’unico Bene, il Sommo Bene, come diceva san Francesco, nulla ci manca. Chi cerca le cose, si ritrova vuoto. Chi trova Dio riceve una gioia che non deperisce. È questa la fede che dobbiamo vivere e testimoniare.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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