Santissimo Corpo e Sangue del Signore Gesù – Anno A – 14 giugno 2020

Chi mangia me vivrà per me

Ogni volta che partecipiamo alla Celebrazione Eucaristica incontriamo realmente Cristo, riceviamo realmente la sua vita e la promessa dell’eternità. Nell’Eucaristia la nostra fragile fede è confermata e rigenerata.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,51-58)

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

 

IL COMMENTO

di don Silvio Longobardi, esperto di pastorale familiare

Ripartire dall’Eucaristia
La celebrazione eucaristica domenicale è il luogo in cui si rinnova, ogni volta in modo nuovo, il mistero dell’alleanza che unisce Cristo alla sua Chiesa, quel mistero sigillato con il sangue della croce. Questo appuntamento non può essere confuso con gli altri momenti, anche quelli più significativi, ma deve essere percepito e vissuto come un evento di grazia in cui siamo coinvolti come Chiesa. La partecipazione eucaristica rinnova in ciascuno la coscienza di essere parte di questo Corpo che si estende da un confine all’altro della terra e che abbraccia tutti i secoli. È questa la Pasqua settimanale in cui Cristo viene mezzo in mezzo a noi e riporta la gioia (Gv 20,19).

Questo incontro, di tutti e di ciascuno, rappresenta il principio sempre nuovo della comunione e della missione, il punto di arrivo e di partenza. È qui che Dio ci raduna come suo popolo, parla alla comunità e ci dona il suo Corpo e il suo Sangue “per la vita del mondo” (Gv 6,51). Occorre perciò vigilare attentamente perché l’Eucaristia domenicale non perda la sua oggettiva centralità e che diventi sempre più il cuore della vita ecclesiale. La festa liturgica che oggi celebriamo ci invita a prendere coscienza di questo grande dono, scuote la nostra abitudine e la nostra pigrizia, ci chiede di confessare nuovamente e con forza la fede in Colui che è Risorto da morte per essere per sempre il Dio-con-noi.

Il pane della vita

Nel brano di Giovanni vi è uno stretto legame tra il pane e la vita, questi due termini ritornano con insistenza in pochi versetti e s’intrecciano continuamente. Gesù si presenta come il “pane vivo” e aggiunge che questo pane è capace di donare la vita, anzi afferma che grazie a questo pane noi possiamo vincere definitivamente la morte: “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” (6,51). Questo pane è Lui stesso, il riferimento alla “carne” (6,53) richiama il mistero dell’Incarnazione, fa riferimento perciò alla sua vicenda terrena. Mangiare il pane perciò significa anzitutto credere in Lui, aderire a Lui con tutto il cuore. In una parola: diventare suoi discepoli. L’Eucaristia permette a tutti di partecipare a quella vita che Lui stesso ha vissuto, di guardare Cristo con gli occhi di Pietro e di Giovanni, di ricevere in noi la sua vita (Gv 6,53).

“Colui che mangia me vivrà per me” (6, 57): chi mangia Cristo, cioè crede in Lui e si nutre di Lui, vivrà mediante la vita che riceve da Lui. Il cristianesimo perciò non è un elemento accessorio ma necessario, non semplicemente utile ma indispensabile. Se Cristo è il pane della vita, e se noi viviamo a causa sua, non possiamo in alcun modo fare a meno di Lui. Questo annuncio è così diverso dalla percezione più comune! La fede infatti non è percepita e vissuta come il nutrimento quotidiano, il cibo di cui abbiamo assolutamente bisogno, la fonte da cui sgorga ogni altra cosa. Ma rimane qualcosa di tangenziale, una dottrina che illumina alcuni eventi e offre qualche motivo di consolazione. Nulla di più. Per questo possiamo anche farne a meno o utilizzarla solo in certi passaggi dell’esistenza.

Fede ed Eucaristia

Attraverso la via sacramentale si rinnova il mistero della sua Presenza. Ogni volta che partecipiamo alla Celebrazione Eucaristica incontriamo realmente Cristo, riceviamo realmente la sua vita e la promessa dell’eternità. Nell’Eucaristia la nostra fragile fede è confermata e rigenerata. Tra Eucaristia e fede vi è una relazione di reciprocità:

  • da una parte la nostra partecipazione è frutto e segno della fede;
  • e d’altra parte approfondisce e scava una fede ancora più profonda.

Dinanzi alla pretesa di Gesù di essere il pane della vita, i giudei mormorano: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” (6,52). In realtà Gesù non parla della sua carne ma, come chiarisce subito dopo, della “carne del Figlio dell’uomo” (6,53), cioè della carne del Figlio glorificato. È chiaro qui il riferimento al Risorto e a quella speciale presenza che egli garantisce attraverso l’Eucaristia.

Ma l’obiezione dei giudei in fondo è anche la nostra, anche noi facciamo fatica a dire che abbiamo assolutamente bisogno di Cristo, che in ogni cosa dipendiamo da Lui. Chi è disposto a dire di non poter vivere senza l’Eucaristia, come fecero quei cristiani dei primi secoli che proprio per questo furono processati e condannati a morte? E chi è disposto a fare qualunque sacrificio pur di non rinunciare alla Messa? Partecipare a Messa per noi non è un precetto ma un obbligo interiore, è come avere l’aria per respirare, l’amore per amare, il pane per nutrirci e nutrire i fratelli. L’Eucaristia diventa così un passaggio obbligato, un’esperienza essenziale e qualificante, un evento che ci fa entrare sempre più intimamente nella vita di Dio e nel cuore del mondo.

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