12 giugno 2020

12 Giugno 2020

Una dottrina inedita e sconvolgente

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,27-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Il commento

Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio” (5,31). Una parola luminosa ed esigente. Un insegnamento impegnativo e rivoluzionario. Gesù propone una dottrina che supera di slancio la storia d’Israele. Il vero Maestro non rende le cose più facili ma ha il coraggio di proporre i traguardi più difficili, quelli che a prima vista appaiono impossibili. Gesù appartiene questa categoria. La dottrina sul ripudio è inedita, rappresenta un unicum nel mondo antico e moderno. È sconvolgente, nel senso etimologico, perché da una parte sovverte la Legge antica e dall’altra contrasta con il buon senso. Gesù conosce la Legge e il cuore dell’uomo e sa bene di dire cose che non troveranno facile accoglienza e tuttavia, lui non è abituato a misurare il suo insegnamento con le attese dei suoi ascoltatori e perciò non teme di consegnare una parola oggettivamente difficile da comprendere. Il Nazareno insegna che la relazione coniugale non può essere vissuta nella logica di un contratto commerciale che viene stipulato in vista di un comune vantaggio e resta valido fino a quando permangono le condizioni di reciproca utilità. Gesù invita a fare del patto nuziale una scelta definitiva, cioè un patto che dura tutta la vita. Passiamo dalla logica dell’utilità a quella della gratuità.

Non è facile raggiugere questo obiettivo. Non è lo è mai stato ma oggi è diventato ancora più difficile. L’esaltazione acritica della libertà chiude l’uomo in una prigione perché lo costringe a cercare solo ciò che piace. Gli sposi devono imparare a misurare la vita con il noi coniugale. È bene però ricordare che la comunione si oppone alle attese superficiali dell’individuo. Solo chi è pronto a rinnegare l’io con determinazione (5, 29-30) potrà scoprire la gioia dell’amore. È questa la grazia che Dio dona a coloro che sono rinati mediante il battesimo: non siamo più condannati a vivere per noi stessi ma siamo resi capaci di vivere nella logica del dono, fino a dare la vita. È questa la grazia che in modo particolare oggi chiediamo per gli sposi, testimoni della fedeltà di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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