17 giugno 2020

17 Giugno 2020

La bilancia di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente, In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Il commento

State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro” (6,1). Nella Bibbia il termine giustizia fa riferimento anzitutto a Dio, è Lui il giusto per eccellenza, come leggiamo nel Deuteronomio: “Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto” (Dt 32,4). Fare ciò che è giusto significa obbedire a Dio, vivere secondo la sua Parola. Fare il male significa allontanarsi da Dio, non mettere in pratica i suoi precetti. Dio non solo è giusto ma ci rende giusti. Possiamo diventare giusti nella misura in cui amiamo Dio e ci teniamo stretti a Lui. L’elemosina, la preghiera e il digiuno devono essere vissute a partire da Dio e in vista di Dio, sono i sentieri ordinari per manifestare e accrescere l’amore per Lui. Se invece, usiamo queste pratiche “davanti agli uomini” al fine di essere visti, cioè per ricevere il plauso e l’ammirazione, storpiamo la religiosità, la usiamo per un interesse privato. Invece di servire Dio, ci serviamo di Dio. La religiosità può diventare una maschera, utile a nascondere più che a svelare il volto.

Gesù avverte  e ammonisce i falsari: possiamo ingannare gli uomini ma non Dio che guarda il cuore. Lui vede e… misura con giustizia. Dio giudica secondo verità. In nome di questa giustizia infallibile, Gesù annuncia fin d’ora la sentenza finale: “non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli” (6,1). Il termine greco [misthós] indica il salario, la paga di chi ha lavorato, la giusta retribuzione per le opere compiute. In questa linea leggiamo anche la parola conclusiva dell’Apocalisse: “Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere” (Ap 22,12). Se prendiamo alla lettera queste parole, abbiamo di che temere perché non abbiamo corrisposto nel modo dovuto. In realtà la bilancia di Dio non pesa le opere ma il cuore. I gesti esteriori sono poca cosa. Ciò che conta è cercare, amare e servire Dio. Lui solo. Tutto il resto è polvere di cui non resterà traccia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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