Vita

Aiutiamo la donna ad “evitare… il ricorso all’IVG”: parola del ministro Speranza

Roberto Speranza

di Gabriele Soliani

Nella sua Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 194, il Ministro della Sanità, Roberto Speranza, sembra dire che l’aborto sia un male più che un diritto e parla di rafforzare i Consultori allo scopo di sostenere la donna anche “nella eventuale riconsiderazione delle motivazioni alla base della sua scelta”.

Se le parole hanno un peso quelle sull’aborto ancor di più. Il Ministro della Sanità, Roberto Speranza, nella Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 194 dice: “… le Regioni devono assicurare che l’organizzazione dei servizi e le figure professionali garantiscano alle donne la possibilità di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, garantendo il libero esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne e assicurando l’accesso ai servizi IVG”.

Il libero esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi suona così male che lascia una strana sensazione e sembra un chiaro rifermento ai cortei del sessantotto. Comunque nel 2018 sono state notificate 76.328 interruzioni volontarie di gravidanza, in diminuzione del 5,5% rispetto al 2017. Il tasso di abortività (le IVG rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia), che è l’indicatore più accurato per una corretta tendenza al ricorso all’IVG, è risultato pari a 6,0 per 1.000 nel 2018 con una riduzione del 4,0% rispetto al 2017. Il dato italiano è tra i valori più bassi a livello internazionale. Un altro termine usato nella relazione, che ha una certa brutalità, è isterosuzione. Si tratta del metodo con la cannula di Karman che entrando nella cavità uterina fa a pezzi il feto e lo risucchia in un bidoncino. 

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La relazione dice che è ancora il metodo più usato nel 2018 (63,6%), sebbene permanga un 10,8% di interventi effettuati con raschiamento. Poi c’è il dato dell’aumento dell’aborto farmacologico: nel 2018 il Mifepristone (RU 486) con successiva somministrazione di Prostaglandine (che si usa entro la settima settimana di gravidanza) è stato adoperato nel 20,8% dei casi, rispetto al 17,8% del 2017 e al 12,9% del 2014. Un terzo delle IVG totali in Italia continua ad essere a carico delle donne straniere: un numero che è andato inizialmente crescendo e che, dopo un periodo di stabilizzazione, sta diminuendo, sebbene le cittadine straniere rimangano una popolazione a maggior rischio di ricorso all’IVG. 

“A tal proposito – rileva il ministro Speranza usando parole nuove – è importante offrire loro, in occasioni di contatto con il Servizio Sanitario Nazionale, in particolare in occasione del percorso nascita, un counselling sulla procreazione responsabile per promuovere una contraccezione informata ed efficace”. Il ministro sembra dire che l’aborto sia… un male più che un diritto. Lo riafferma anche parlando dei Consultori quando dice che: “È indispensabile rafforzare e potenziare i consultori familiari, servizi di prossimità che grazie all’esperienza nel contesto socio-sanitario e alle competenze multidisciplinari dell’equipe professionale riescono a identificare i determinanti di natura sociale e a sostenere la donna e/o la coppia nella scelta consapevole, nella eventuale riconsiderazione delle motivazioni alla base della sua scelta, aiutarla nel percorso IVG e ad evitare future gravidanze indesiderate ed il ricorso all’IVG”. 

Poi ovviamente si parla dell’aumento dell’uso della contraccezione (cosiddetta) d’emergenza, Levonorgestrel (Norlevo) pillola del giorno dopo, e Ulipistral acetato (ellaOne) pillola dei 5 giorni dopo. Secondo il ministro questo aumento ha inciso positivamente sulla riduzione delle IVG. “Per tali farmaci – evidenzia Speranza -, per i quali è stato abolito l’obbligo di prescrizione medica per le maggiorenni, è indispensabile una corretta informazione alle donne per evitarne un uso inappropriato”. Dai dati della distribuzione dell’Ulipristal acetato (ellaOne), forniti dal sistema di Tracciabilità del farmaco del Ministero della Salute, che rappresentano una proxy del consumo, nel 2018 continuano a mostrare un andamento crescente. I dati registrati negli ultimi 4 anni risultano: 145.101 confezioni nel 2015, 189.589 nel 2016, 224.802 nel 2017 e 260.139 nel 2018. Il Ministro non l’ammetterà mai ma si tratta di aborti precocissimi perché agiscono a concepimento avvenuto. Se anche solo la metà delle donne che hanno usato le 260.139 confezioni hanno concepito (e quindi abortito) i numeri degli aborti in Italia nel 2018 sarebbero 206.397. Ma questa è una storia lunga. Per ora tendiamo l’orecchio alle parole del Ministro quando afferma che occorre aiutare la donna “ad evitare… il ricorso all’IVG”.




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