26 giugno 2020

26 Giugno 2020

Il pane e la grazia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,1-4)
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

Il commento

Scese dal monte e molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso…” (8, 1-2a). Dopo le parole che disegnano l’identità del discepolo, raccolte nell’ampio discorso della montagna, l’evangelista descrive i gesti della misericordia. Quando scende dal monte s’incontra con l’umanità sofferente. È il lebbroso che si avvicina e lo supplica di ricevere la guarigione. È il primo di una lunga serie di prodigi che l’evangelista racconta in rapida sequenza. Se ne contano dieci (Mt 8,1 – 9,34). Il ministero della parola s’intreccia con quello della carità: sono come due ali che permettono alla fede di volare in alto. Senza la carità, il Vangelo diventa un ricettario di sogni e di comode illusioni; senza la Parola, la carità è cieca. Il primo miracolo non è solo una guarigione ma anche una purificazione: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi” (8,2). La guarigione riguarda il corpo, la purificazione tocca il cuore. Gesù non si limita a sanare un corpo devastato dal male ma vuole aiutare l’uomo a ritrovare la sua dignità. Spezzando le catene del male, gli dona la possibilità di ritornare davanti a Dio insieme ai fratelli nella fede. Giorgio La Pira diceva che la Chiesa è chiamata a dare il pane e la grazia: il pane che nutre il corpo, la grazia che purifica il cuore. La Chiesa ha il dovere di indicare la via che conduce all’eterna beatitudine ma nello stesso tempo s’impegna per fare della terra un giardino di Dio in cui ciascun uomo riceve la dignità che merita. 

Quel lebbroso che si prostra ai piedi di Gesù, è cosciente del male che dimora in lui e ripone tutta la sua fiducia nel Rabbì di Nazaret. Noi invece siamo figli di una società che pensa di poter fare a meno di Dio e pone tutta la sua fiducia nella tecnica, elevata al rango di un vero e proprio idolo. Dobbiamo recuperare la coscienza della nostra inguaribile incapacità e ripetere con sincera umiltà le parole di un’antifona liturgica: “Purificami ancora, o Dio, da ogni mia colpa”. Con questa preghiera oggi invochiamo grazia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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