
Tutto a partire da Cristo
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,37-42)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.
Il commento
“Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me” (10,37). Nel Vangelo vi sono parole esigenti e severe che la mente e il cuore faticano a comprendere. E tuttavia, sono parole necessarie, capaci di scuotere la nostra fede tiepida e aprire nuovi orizzonti. Abbiamo bisogno di ricevere queste provocazioni se non vogliamo rimanere prigionieri di una cultura che tende a rinchiudere la fede nei limiti della ragione. La Parola che oggi proclamiamo può essere così sintetizzata: il discepolo vive tutto a partire da Cristo, il legame con Lui precede e fonda ogni altro legame. Per far risaltare il significato e il valore di questa decisione Gesù prende come modello di riferimento le relazioni affettive più significative sul piano esistenziale: il legame filiale e quello genitoriale. Anche queste relazioni devono essere subordinate al rapporto con Cristo. Dinanzi a Lui ogni altro vincolo passa in secondo piano non solo e non tanto perché è meno importante ma perché solo in Cristo e a partire da Lui esso trova il suo giusto valore. Quando Gesù chiede di essere amato più di ogni altra persona, più dei genitori e degli stessi figli, non intende affatto rubare l’affetto a cui gli altri hanno diritto né vuole negare il valore di quelle relazioni. Al contrario, vuole ricordare che l’amore per Lui è il fondamento e la garanzia per amare il prossimo secondo verità. Possiamo dire di più: l’intensità con la quale amiamo il Signore motiva e misura il nostro amore per gli altri. Se amiamo Cristo, amiamo anche quelli che sono di Cristo, amiamo il prossimo, la natura, gli animali, ciascuno nel suo ordine e senza confusione. Se amiamo Cristo con tutto il cuore ameremo anche il prossimo con la stessa misura. L’amore esclusivo per Gesù non è una prigione che incatena gli affetti ma una porta che c’immerge nella storia e ci chiede di comunicare a tutti il suo stesso amore: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). E noi sappiamo che il suo amore giunge fino al dono della vita. È questo l’amore di cui il mondo ha bisogno. È questo l’amore che oggi chiediamo.
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