30 giugno 2020

30 Giugno 2020

Il momento opportuno

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,23-27)
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Il commento

Salvaci, Signore, siamo perduti!” (8,25). La scena evangelica è molto suggestiva ed è diventata ancora più familiare a causa della pandemia. L’agitazione dei discepoli è più che legittima, si trovano improvvisamente immersi in un “grande sconvolgimento” (8,24) che mette a rischio la vita. Il prolungato sonno del Maestro aumenta la loro ansietà, si sentono abbandonati proprio da Colui che li ha condotti sul lago (8,23). Lo hanno seguito, si sono fidati ed ecco ora, a causa sua, si trovano in mezzo ad una tempesta che non possono fronteggiare. Diversamente dal racconto di Marco, le parole che i discepoli rivolgono a Gesù non contengono alcun rimprovero ma solo un’accorata supplica: “Salvaci, Signore”. La presenza del Maestro custodisce la speranza. La certezza di stare con Gesù non toglie l’inquietudine ma impedisce di cadere nell’angoscia. A condizione di riconoscere che non abbiamo la forza per fronteggiare gli eventi. Non è un passaggio scontato, anzi tante volte abbiamo paura di confessare la nostra incapacità. Se invece prevale la fiducia e consegniamo la vita nelle mani di Dio, se nel momento della prova gli diciamo che siamo certi che con Lui “tutto concorre al bene” (Rm 8,28), allora riceviamo non solo la forza per affrontare la vita ma anche la certezza che il porto è una meta che possiamo raggiungere, anche se la traversata comporta fatica e sofferenze. 

Il buon Dio non ci libera dalle prove, anzi a volte abbiamo l’impressione che sia Lui stesso a inviarle per demolire ogni superficiale sicurezza nelle nostre capacità. Il Signore accompagna con amore i nostri passi anche quando sembra che sia lontano o indifferente, Al momento opportuno, quello che Lui solo conosce, interviene e riporta la calma. Non sappiamo quando né come. Sappiamo solo che verrà. Il momento opportuno è sempre successivo all’umile invocazione. Lasciamoci spogliare dalle false sicurezze per ricevere l’abito nuovo della fede. Oggi chiediamo la grazia di restare alla presenza di Dio per trasformare la prova in opportunità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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