Educazione sessuale

di Miriam Incurvati, psicologa

“Mamma, che significa la parola “sesso”?

30 Giugno 2020

genitore

Spesso i genitori che ho il piacere di incontrare mi chiedono: ma come parlare “bene” ai nostri figli della sessualità? Proviamo a raccogliere un po' di idee e a scrivere insieme una sorta di linee guida. Punto primo: facciamo scoprire lo straordinario valore del proprio corpo e della propria interiorità…

Mamma come nascono i bambini? Cos’è il ciclo mestruale? Che significa la parola sesso? Spesso nel mio lavoro incontro genitori che hanno appena ricevuto dai figli una di queste fatidiche domande. Le reazioni degli adulti sono varie: c’è chi prova ancora con la favoletta delle cicogne. C’è chi rimanda la discussione dell’argomento a quando si diventa più grandi. C’è chi tenta di dare risposte ancorandosi a libri o a immagini dell’anatomia umana. Molteplici forme per affrontare un tema vasto e importante.

La curiosità dei bambini, d’altra parte, è un indice positivo della loro naturale spinta all’esplorazione. Ampi studi hanno dimostrato che il bambino è guidato da alcune fondamentali esigenze chiamate bisogni primari. Tra questi troviamo quelli legati alla nutrizione, fame-sete-sonno, e quelli legati alla sicurezza. Il bambino ha necessità di sentirsi protetto. Quanto più ha sperimentato di poter ricorrere ad una base sicura, tanto più permette a se stesso di avviare il sistema di esplorazione. Conoscere il mondo, cioè, diventa la sua missione. Intorno ai 18-24 mesi questo processo si avvia e lo accompagnerà per il corso dell’infanzia. Perciò, le domande dei bambini sono molto preziose.

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Spesso i genitori che ho il piacere di incontrare mi chiedono: ma come parlare “bene” ai nostri figli della sessualità? Allora proviamo a raccogliere un po’di idee e a scrivere insieme una sorta di linee guida. Premetto che non esiste una ricetta adatta a tutti, ognuno deve trovare il modo più adeguato al piccolo e alla sua famiglia. Io, da parte mia, propongo tre elementi che reputo fondamentali nell’educazione affettiva:

Educare al valore e al rispetto di sé e dell’altro

Ogni bambino è diverso, unico e speciale. Qualunque informazione vogliamo fornirgli, qualsivoglia valore desideriamo trasmettergli, è fondamentale considerare le sue peculiarità per tarare adeguatamente il nostro intervento educativo. Esistono bambini più timidi, più introversi, più svegli, più sensibili, precoci rispetto ad altri. Per parlare di sessualità con questi bambini bisogna tener conto di simili caratteristiche. Ci sono poi bambini più magri, altri più in carne, alcuni con il naso all’insù, altri con capelli ricci e folti. L’educazione sessuale passa senza dubbio tramite un corpo, anzi almeno due corpi e due menti, che entrano in relazione tra loro. Per questo è necessario far scoprire, quanto prima, ai propri figli lo straordinario valore del proprio corpo e della propria interiorità. Insegnare a valorizzarsi, far sentire il valore insito in ogni essere umano, ciò permette di costruire solide basi per la futura maturazione.

Dialogo sempre aperto 

L’educazione affettiva e sessuale inizia alla nascita e dura tutta la vita. Il bagnetto, l’olio sul suo corpo, le carezze gli permettono di sentire il suo confine, di arricchire il suo repertorio sensoriale. Quando un po’ più grande, lamenterà mal di pancia, forse anche per non andare a scuola, i rilassanti massaggini lo aiuteranno a gestire le sue emozioni, a non sentirsi solo ma capito. Lo aiuteranno ad affrontare le nuove sfide. 

In molte occasioni i bambini potrebbero fare domande esplicite o far trapelare questioni con le quali si stanno confrontando interiormente. Cogli i segnali, procedi con gradualità e lascia sempre aperto il canale comunicativo. Affina la tua capacità di partire dalle loro domande. Chiariamo, però, un possibile equivoco: dialogare con i propri figli non significa mettersi al loro livello, diventare loro amici. Come abbiamo visto in apertura di articolo, un’esigenza fondamentale del bambino è quella di avere un adulto come base sicura, una guida. A tal fine è utile mantenere chiari e definiti i ruoli.

Educare è informare e aiutare a costruire significati

Relativamente a quali contenuti usare per rispondere alle grandi domande dei bambini, propongo di lavorare su due livelli. Fornisci informazioni (biologiche ed anatomiche) con un linguaggio adeguato all’età ma non dimenticare di trasmettere valori, i tuoi valori. Tu sei l’unico che può farlo e tuo figlio ne ha bisogno. A volte i bambini ricevono informazioni sulla genitalità dai media o dai compagni, a scuola come previsto dai programmi scolastici. Quello che solo tu puoi dargli è il significato che attribuisci all’amore, al corpo, alla generatività. 

Educare è quindi un processo, è relazione, è dinamicità. Vi incoraggio ad iniziare questo straordinario viaggio e a proseguire con tenacia. Buona educazione affettiva e sessuale.




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