Educazione digitale Che cosa sono e come funzionano i “meme” Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 1 Luglio 2020 Nessun commento su Che cosa sono e come funzionano i “meme” di Stefania Garassini, giornalista, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore, presidente Aiart Milano Che cos’è un “meme”? Quanti genitori se lo sono domandato? Se non lo sapete, niente paura proprio da una situazione di questo tipo può nascere un dialogo proficuo tra noi e i nostri figli. “Mamma, guarda questo meme!”. È altamente probabile che chi ha figli adolescenti si sia sentito apostrofare in questo modo almeno una volta. Qui la reazione all’inizio potrebbe essere di assoluto smarrimento (“e che cos’è un meme?”), magari legata a speculazioni sui possibili significati del termine e sull’inutilità del perdere il proprio tempo in simili quisquiglie, perlopiù immagini con scritte non sempre facili da interpretare. Ma proprio da una situazione di questo tipo può nascere un dialogo proficuo tra noi e i nostri figli. Quindi non tiriamoci indietro, ma esercitiamo una sana curiosità. Potrebbe essere davvero l’inizio di un viaggio appassionante. Qualche dotazione informativa iniziale è fondamentale per cominciare. Partiamo proprio dal capire che cos’è un meme. La prima cosa che ci stupirà sarà scoprire che il termine non è affatto nuovo. Deriva dalla biologia e a svilupparlo è stato Richard Dawkins nel suo libro del 1976, “Il gene egoista”. Dawkins definiva il meme – in analogia con il gene – come l’elemento minimo di una cultura – un’idea, un comportamento – che si diffonde facilmente replicandosi da persona a persona. Si tratta quindi di un concetto ben più ampio rispetto al significato attuale di “Internet meme”. Ma questo difficilmente il figlio o figlia che ha chiesto la vostra attenzione lo sa. Per un adolescente un meme è semplicemente un’immagine o un breve video corredato da una scritta divertente e che si diffonde velocemente e capillarmente in rete. I meme circolano in gran parte su Instagram, ma se ne trovano su Facebook e su alcuni social meno conosciuti che hanno sezioni specializzate, come ad esempio reddit.com. Leggi anche: Come controllare lo smartphone dei figli? Perché sono così popolari e cosa può essere utile sapere? Il successo dei meme è in gran parte dovuto al fatto di essere un contenuto estremamente rapido da consumare e confezionato col solo scopo di divertire. Proprio per questo si diffonde in modo virale su Internet. In realtà il mondo dei meme è piuttosto complesso: ci sono ormai dei veri e propri generi. Per chi fosse interessato ad approfondire c’è il canale del celebre youtuber PewDiePie che offre periodicamente video di recensione dei meme più popolari, che come potete immaginare cambiano molto velocemente. Il periodo della quarantena ha ispirato moltissimi meme, che hanno preso spunto da fatti di cronaca o dalle dichiarazioni dei politici, in alcuni casi con effetti esilaranti. Ma i meme sono anche perfetti per ritrarre le mille sfaccettature della vita di un adolescente, le sue difficoltà nel rapporto con i coetanei, con i genitori o con la scuola. Un profilo interessante a questo proposito è quello di “Tua madre è leggenda” (Tml su Instagram), da cui sono tratte alcune delle immagini di questo articolo. Il linguaggio dei meme può poi essere sperimentato con successo in vari ambiti: da quello scolastico (c’è stato chi ha chiesto di sintetizzare teorie filosofiche o eventi storici) a quello educativo più generale (non sono mancate esperienze in oratorio dove i meme sono stati usati per coinvolgere i ragazzi negli incontri dei gruppi adolescenti). Se vi siete incuriositi potete cercare su Internet i diversi (e facili) programmi per la creazione di meme. Con qualche avvertenza. I contenuti che troverete in qualche caso potrebbero essere piuttosto estremi. Occorre imparare (e insegnare) a scegliere. Molto spesso poi i protagonisti siamo proprio noi adulti e la nostra incapacità di cogliere cosa davvero significhi la tecnologia per i ragazzi. E qui i meme – così leggeri e apparentemente futili – possono indurci a qualche riflessione. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Aiart, Meme, Stefania Garassini, Università Cattolica Sacro Cuore ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Il mondo non può rimanere a guardare”. La mostra fotografica di Jacopo Naddeo sulla realtà in Burkina Faso Prepararsi al Natale da “profeti”: è Dio che guida la storia Vengono dal carcere le ostie per l’altare: l’iniziativa in due diocesi Messa quotidiana in famiglia? Si può fare! Vi racconto come abbiamo iniziato Avete un posto dedicato alla preghiera in casa? 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