8 luglio 2020

8 Luglio 2020

Amici infedeli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,1-7)
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

Il commento

 “I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro […] e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì” (10, 2.4). Al pari di tutti i sinottici anche Matteo riporta la lista dei Dodici, cioè di quel gruppo di amici fidati scelti da Gesù come interlocutori privilegiati della sua opera salvifica. Come sempre la lista è introdotta da Pietro e si conclude con Giuda. La presenza di Pietro nel suo ruolo primaziale è piuttosto scontata. Meno scontata è la presenza di Giuda. È vero, occupa l’ultimo posto dell’elenco ma poteva anche essere cancellato. Quando avvengono fatti particolarmente negativi, cerchiamo di cancellare i nomi di coloro che li hanno commessi. Per stare all’attualità, non trovate alcuna notizia sui funerali di Mario Bressi. Eppure sono stati certamente celebrati perché anche lui, come e più degli altri, ha diritto alla preghiera della comunità. Evidentemente, non basta la condanna morale, occorre cancellare la memoria, come se non fosse mai esistito. Giuda invece viene nominato e non con appellativi riprovevoli. Non viene qualificato come una persona odiosa, malvagia o detestabile. L’evangelista si limita a dire: “Colui che poi lo tradì” (10,4). A ben vedere, si tratta di una semplice annotazione storica.

Quel nome in fondo alla lista ricorda a tutti che la grazia della vocazione è un privilegio ma non una garanzia, possiamo sciupare questo dono. Giuda fu chiamato come gli altri, ma non ha saputo custodire la grazia. Quel giorno anche lui è partito, insieme agli altri, per vivere una bella esperienza missionaria. Ma ad un certo punto, invece di seguire Gesù ha iniziato a inseguire i suoi pensieri. Non si è più fidato del Maestro. Per questo si è perso. Chi segue se stesso, prima o poi si trova in un vicolo cieco, dinanzi ad un muro invalicabile. Chi segue Gesù cammina per una strada luminosa, la certezza di stare in compagnia di Dio permette di superare difficoltà e pericoli. Oggi chiediamo la grazia della fedeltà, in modo particolare per coloro che nella Chiesa hanno ricevuto compiti di responsabilità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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