10 luglio 2020

10 Luglio 2020

Sotto processo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,16-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

Il commento

Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi” (10,16). Il mandato missionario mette in primo piano la lotta contro gli spiriti impuri (10,1). Un preciso avvertimento. La missione non è una cavalcata trionfale ma una lotta aspra e difficile contro il male che ha messo radici nella storia. Dopo aver ricordato il contenuto e le modalità dell’annuncio missionario (10, 1-15), Gesù ritorna sui pericoli che i discepoli incontreranno. Non sono di poco conto, come appare chiaramente nell’immagine fin troppo espressiva delle pecore che si trovano a lottare con i lupi. Gli ostacoli, le resistenze, le persecuzioni… tutto è incluso nel prezzo! Queste parole hanno sostenuto la prima stagione della vita ecclesiale, segnata da una tenace opposizione che in alcuni momenti si è tramutata in feroce ostilità. Oggi sono diventate nuovamente attuali. Viviamo  in un’epoca in cui il martirio non è più una remota possibilità per alcuni ma una realtà che riguarda un numero sempre maggiore di cristiani. In ogni angolo del mondo il cristianesimo è sotto processo e spesso i cristiani sono privati della loro libertà di manifestare la fede.

Gesù non vuole suscitare alcun timore preventivo. Al contrario mette in guardia i discepoli per evitare che le persecuzioni – che il Vangelo presenta come un fattore inevitabile della storia – possano determinare sconcerto e delusione. “Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura” (Rm 8,15), scrive Paolo alla comunità di Roma. Chi sceglie di annunciare il Vangelo deve sapere i rischi che corre: mancanza di risorse (non avremo mai i soldi sufficienti per compiere le opere di Dio), coscienza di inadeguatezza (non ci sono né mai ci saranno apostoli perfettamente preparati). E come se non bastasse, deve sopportare anche i contrasti di coloro che si oppongono al Vangelo. Non dobbiamo stupirci di nulla ma custodire la fedeltà al compito ricevuto; e ripetere con l’Apostolo: “Ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove” (At 20,19). Oggi invochiamo lo Spirito di fortezza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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