13 luglio 2020

13 Luglio 2020

I nemici del Vangelo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,34-11,1)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Il commento

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada” (10,34). Queste parole sono intriganti. Inutile dire che non devono essere intese in senso letterale perché mai e in nessun caso Gesù invita a combattere i nemici. Al contrario, il Vangelo è un annuncio di quella pace che Dio vuole instaurare sulla terra a partire dalla notte di Betlemme (Lc 2,14). Dobbiamo leggere e interpretare queste parole nel contesto del capitolo missionario: il Maestro ha chiaramente detto ai discepoli che incontreranno contrasti e opposizioni  non di poco conto. Le parole conclusive vanno lette perciò come un invito a prepararsi alla battaglia. Per combattere dobbiamo sapere chi sono i nemici. Possiamo distinguere tre diverse categorie. In primo luogo sono gli “operatori di iniquità”, quelli che si oppongono al Vangelo e avversano i discepoli di Gesù solo e nella misura in cui s’impegnano a testimoniare la Parola. I tiepidi possono stare tranquilli, non incontreranno alcuna opposizione. Un secondo gruppo di nemici sono quelli di casa, cioè le persone che ci vogliono bene e temono che un’accoglienza troppo generosa della fede possa avere conseguenze negative. I familiari diventano nemici del Vangelo quando cercano di scoraggiare scelte impegnative o pongono ostacoli che impediscono di corrispondere pienamente alla volontà di Dio. C’è infine una terza categoria di nemici: siamo noi stessi! Diventiamo nemici del Vangelo quando non camminiamo fedelmente ma anche quando rispondiamo al male con il male. Se infatti coltiviamo sentimenti di vendetta o di chiusura indifferente e rancorosa, rinneghiamo il Vangelo e non siamo buoni discepoli del Maestro che “insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta” (1Pt 2,23). Sono questi i questi nemici che dobbiamo combattere con la spada della Parola di Dio (Eb 4,12) che tocca e ferisce il cuore, scuote e cambia la coscienza. Affidandoci all’intercessione dei santi, chiediamo la grazia di combattere con maggiore determinazione la battaglia della fede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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