17 luglio 2020

17 Luglio 2020

Le ali della libertà

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,1-8)
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma solo ai sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Il commento

Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle” (12,1). La spiritualità ebraica era ed è strettamente legata alla celebrazione del Sabato che viene considerato “memoriale dell’opera della creazione, principio delle sacre convocazioni, ricordo dell’uscita dall’Egitto …”. Così recita una preghiera che la madre pronuncia all’inizio di questo appuntamento settimanale. Questa cornice, appena accennata, fa comprendere la natura assolutamente rivoluzionaria dell’insegnamento di Gesù. Il Nazareno non mette affatto in discussione lo Shabbat in quanto tale, anzi i Vangeli lo presentano come uno scrupoloso osservante del precetto. Egli vuole piuttosto contrastare una diffusa interpretazione legalistica che, nel tentativo di preservare la purezza della norma, ha fatto del Sabato un altro e più pesante fardello posto sulle spalle della gente. Il comandamento aveva lo scopo di liberare l’uomo dalla dura schiavitù del lavoro e degli impegni. E invece si presenta come una selva di prescrizioni che imprigionano la libertà. Nelle intenzioni di Dio era una legge di libertà, nelle mani dei rabbini rischia di diventare la legge della sottomissione. Gesù non rinnega il sabato ma vuole riportarlo alla sua originaria finalità.

Dinanzi ad una lettura fin troppo scrupolosa, che resta però esclusivamente ancorata alla dimensione formale, il Maestro ricorda due fatti della storia e dell’esperienza religiosa. In primo luogo richiama la pagina biblica in cui, spinto dalla fame, il re Davide mangiò i pani sacri che, secondo la Legge, erano destinati solo ai sacerdoti. In secondo luogo fa notare che in giorno di sabato i primi a non osservare il precetto sono i sacerdoti impegnati a cuocere i pani (un lavoro proibito durante la festa). Due fatti non irrilevanti in cui la Legge del riposo sabbatico viene interpretata con saggezza e non fa del precetto una prigione che soffoca la dignità dell’uomo. Quest’insegnamento ci invita ad attuare un buon discernimento per restare fedeli a quel Dio che vuole riempire di vita i giorni dell’uomo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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