Aborto In Georgia bloccata la legge del “primo battito” Autore articolo Di Punto Famiglia Data dell'articolo 17 Luglio 2020 Nessun commento su In Georgia bloccata la legge del “primo battito” a cura della Redazione Il giudice distrettuale, Steve Jones, si è pronunciato contro la legge “Heartbeat bill” che vietava l’aborto, non appena il battito del cuore di un feto è individuabile. Perché? L’approvazione di una tale legge sarebbe in contrasto con la sentenza della Corte Suprema Roe v. Wade del 1973, con cui fu legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. Georgia – Un giudice federale ha recentemente bloccato in modo definitivo la legge del “primo battito” approvata nel 2019, perché violerebbe la Costituzione Usa. Si tratta della “Heartbeat bill” che vietava l’aborto, non appena il battito del cuore di un feto è individuabile, ovvero tra le sei e le otto settimane di gravidanza. Un gruppo di associazioni che si occupano di difesa dei diritti civili, medici e delle cliniche avevano fatto causa allo Stato per cercare di bloccare la legge e il giudice distrettuale, Steve Jones, si è pronunciato contro la legge in questione. Dunque non basta un cuore che batte a fermare la strage di bambini. Quello della Georgia non è l’unico caso. Nessuna delle leggi sul “primo battito” approvate quest’anno, in diversi stati americani è stata fatta entrare in vigore, tutte sono state bloccate in tribunale. Secondo i contestatori l’approvazione di una tale legge sarebbe in contrasto con la sentenza della Corte Suprema Roe v. Wade del 1973, con cui fu legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. E dunque, essendoci solo una sentenza e non una legge unica che regoli nel dettaglio le modalità in cui devono avvenire le interruzioni di gravidanza in tutto il paese, ogni Stato ha le proprie norme e decide per sé sui limiti entro cui poter interrompere una gravidanza. Le differenze tra uno stato e l’altro, nel concepire la questione dell’aborto, sono così marcate che, in alcuni di essi, l’interruzione di gravidanza rientra nei programmi politici sotto l’espressione “salute riproduttiva”, come se la gravidanza fosse una malattia e l’aborto la terapia adeguata. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag aborto, Georgia ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Dire quello che pensi? Prima pensa a quello che dici. Il consiglio di Papa Francesco Aiutare economicamente le donne per non farle abortire? Per alcuni politici influenzerebbe troppo la scelta… Spot di patatine offende l’Eucaristia: censura dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria Papa Francesco all’udienza: “Un cristiano senza coraggio è un cristiano inutile” San Giovanni Paolo II e “La bottega dell’orefice”: meditando sull’amore coniugale Far sentire il battito a una donna che vuole abortire? A Belluno e Torino i medici dicono no Cosa significa essere giusti? Ce ne parla Papa Francesco Papa Francesco alle detenute di Rebibbia: “Gesù non si stanca mai di perdonare” Il papa scrive una lettera per la Pasqua ai cattolici in Terrasanta Alessandro D’Avenia: la violenza della pornografia consuma i nostri ragazzi