Aborto

In Georgia bloccata la legge del “primo battito”

ecografia

a cura della Redazione

Il giudice distrettuale, Steve Jones, si è pronunciato contro la legge “Heartbeat bill” che vietava l’aborto, non appena il battito del cuore di un feto è individuabile. Perché? L’approvazione di una tale legge sarebbe in contrasto con la sentenza della Corte Suprema Roe v. Wade del 1973, con cui fu legalizzato l’aborto negli Stati Uniti.

Georgia – Un giudice federale ha recentemente bloccato in modo definitivo la legge del “primo battito” approvata nel 2019, perché violerebbe la Costituzione Usa. Si tratta della “Heartbeat bill” che vietava l’aborto, non appena il battito del cuore di un feto è individuabile, ovvero tra le sei e le otto settimane di gravidanza.

Un gruppo di associazioni che si occupano di difesa dei diritti civili, medici e delle cliniche avevano fatto causa allo Stato per cercare di bloccare la legge e il giudice distrettuale, Steve Jones, si è pronunciato contro la legge in questione. Dunque non basta un cuore che batte a fermare la strage di bambini. Quello della Georgia non è l’unico caso. Nessuna delle leggi sul “primo battito” approvate quest’anno, in diversi stati americani è stata fatta entrare in vigore, tutte sono state bloccate in tribunale.

Secondo i contestatori l’approvazione di una tale legge sarebbe in contrasto con la sentenza della Corte Suprema Roe v. Wade del 1973, con cui fu legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. E dunque, essendoci solo una sentenza e non una legge unica che regoli nel dettaglio le modalità in cui devono avvenire le interruzioni di gravidanza in tutto il paese, ogni Stato ha le proprie norme e decide per sé sui limiti entro cui poter interrompere una gravidanza.

Le differenze tra uno stato e l’altro, nel concepire la questione dell’aborto, sono così marcate che, in alcuni di essi, l’interruzione di gravidanza rientra nei programmi politici sotto l’espressione “salute riproduttiva”, come se la gravidanza fosse una malattia e l’aborto la terapia adeguata.




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