30 luglio 2020

30 Luglio 2020

L’inferno esiste

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,47-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Il commento

Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente” (13, 49-50). In tutte le parabole del Regno c’è un misterioso intreccio tra luce e tenebre: il seme gettato non sempre porta frutto (13, 1-9), il grano si trova in compagnia della zizzania (13, 24-30), l’estrema piccolezza del granello di senape che tuttavia porta molto frutto (13, 31-35); il tesoro nascosto nel campo (13, 44-46). L’ultima parabola tuttavia è quella più drammatica perché annuncia che la vita può sfociare in un plateale fallimento. Una dichiarazione solenne e drastica. Il tema del giudizio ritorna spesso nelle pagine evangeliche (Mt 5, 29-30; 7, 22-23; 8, 11-12; 11, 21-24…) – un’insistenza che non trova alcun riscontro nella predicazione attuale – ma in questo caso si dà ampio spazio alla sorte dei malvagi, cioè di quelli che hanno compiuto il male. Il Maestro vuole mettere in guardia discepoli e ascoltatori, li invita a non vivere alla leggera perché verrà il momento in cui tutto verrà alla luce e sarà sottoposto al giudizio insindacabile di Dio.

Questa pagina non viene citata e commentata spesso. Anzi, viene censurata. E invece ricorda alcune verità essenziali. Due in particolare. In primo luogo afferma che esiste il giudizio: “Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni” (13,49). Verrà un giorno in cui saremo chiamati a rendere conto a Dio e non solo alla nostra coscienza, come attesta san Paolo: “Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male” (2Cor 5,10). In secondo luogo annuncia che esiste l’inferno: “li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti” (13,49). Esiste cioè la possibilità di essere eternamente separati dalla comunione con Dio. È questo il vero dolore. Per contrastare quest’idea, alcuni oggi affermano che l’anima dei malvagi verrà distrutta. Ma di questo non si trova traccia nelle Scritture. Quando Gesù alza i toni e usa un linguaggio duro, è sempre e solo per amore. La salvezza è un bene troppo grande per non dire tutta la verità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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