31 luglio 2020

31 Luglio 2020

Cristiani della soglia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,54-58)
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Il commento

Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita” (13,54). Siamo a Nazaret, la gente ascolta la predica di Gesù, è sinceramente stupita ma nient’affatto convinta. Nulla da dire, parla con competenza e autorità, nelle sue parole c’è un quid che affascina. Gli abitanti di Nazaret avrebbero più di un motivo per decretare la più cordiale accoglienza. E invece, quel giorno la perplessità vince nettamente sulla fiducia. Sono i dubbi a prevalere. Non dobbiamo giudicarli con eccessiva severità. In fondo, quella gente ha ragione. Pochi mesi prima, Gesù era partito da Nazaret come uno qualsiasi. Ora torna nel suo villaggio come un Rabbì, insieme ai suoi discepoli. Tutti parlano di Lui e dei prodigi che compie eppure nei lunghi anni passati nel piccolo villaggio non aveva svelato le sue carte, niente faceva pensare che ci fosse in Lui qualcosa di speciale. La sua vita era vestita di normalità. Per questo lo guardano con stupore, lo hanno sempre conosciuto come il “figlio del falegname” (13,55) ed ora faticano a riconoscerlo come un maestro o addirittura come un profeta.

Nel racconto di Matteo, diversamente dalla versione lucana, la diffidenza non si traduce nel rifiuto e nell’ostilità, ma resta sospeso attorno alla domanda: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?” (13,54). I concittadini di Gesù sono l’icona di quei cristiani che non voltano le spalle ma non entrano nella casa di Dio, preferiscono stare con un piede dentro e uno fuori. Non vogliono andarsene ma hanno paura di entrare in chiesa. Sono i cristiani della soglia. Più che una categoria, si tratta di uno stile che riguarda tutti i battezzati e coinvolge anche preti e consacrati. Vi sono quelli che si fermano alle feste comandate. Ma vi sono anche coloro che possono vantare una buona conoscenza della Scrittura e tuttavia restano nella palude della mediocrità; tutti i giorni si nutrono del Pane eucaristico ma non gustano mai l’intimità della fede. Oggi chiediamo la grazia di non accontentarci delle briciole e di spalancare le porte alla grazia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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