
Cristiani part time
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,24-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Il commento
“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso” (16,24). Il primo annuncio della passione intristisce i discepoli e irrita Simone che, forte della promozione appena ottenuta sul campo (10,17), cerca di far ragionare il Maestro ma ottiene solo un durissimo rimprovero che sembra sconfessare la sua leadership (16, 21-23). Quel giorno Gesù è come un fiume in piena. Dopo aver parlato del suo destino, descrive anche quello dei discepoli: rinnegare se stessi, prendere la croce, perdere tutto, anche la vita. Parole troppo pesanti e difficili da digerire. Un ideale che contrasta radicalmente con le speranze che ogni uomo porta nel cuore. Gesù non fa sconti. Prendere o lasciare. Non si può essere cristiani part time, scegliendo di volta in volta secondo la regola della convenienza. Chi vive così è come un calciatore che non scende in campo per vincere la partita. Chi decide di appartenere a Cristo, rinuncia ad inseguire i suoi progetti perché si fida di Dio e sa che la via crucis si rivela più feconda di tanti altri sentieri, apparentemente vestiti a festa.
La proposta evangelica è, come sempre, molto esigente. Lasciamo la parola ai testimoni della fede. Raissa Maritain (1882-1961) scrive così nel suo Diario: “La felicità umana non ha posto nella mia sorte. So in modo chiaro che Dio non permetterà mai ch’io appartenga a me stessa e che cerchi la mia felicità. Non l’ha mai permesso. Sono sua, e per lui e con Lui sono di quelli che Egli vuole. È Lui a indicarmeli … Il mio destino è di non essere me stessa” (Diario di Raissa, 238). Un altro testimone, il cardinale François-Xavier Van Thuan (1928-2002), che ha sofferto lunghi anni di prigione per amore di Cristo, offre questo criterio lapidario: “Se abbandoni tutto ma non hai ancora rinnegato te stesso, in realtà non hai abbandonato nulla” (La speranza non delude, Città Nuova 1997, n. 3). Chi si sente amato da Dio è pronto a dare tutto perché sa di non perdere nulla di ciò che è davvero essenziale. Oggi chiediamo la grazia di camminare senza paura nei sentieri indicati da Gesù.
Nessun commento per “Cristiani part time”