12 agosto 2020

12 Agosto 2020

Come vincere i conflitti

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Il commento

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo” (18,15). Il Vangelo offre una regola per dirimere le questioni che inevitabilmente nascono all’interno della comunità. La vita fraterna non è priva di errori ma è assolutamente necessario debellare i conflitti. Altrove Gesù invita al perdono, qui invece chiede di esercitare la correzione. Carità e verità camminano sempre insieme. Il perdono non dimentica l’errore, anzi lo riconosce e lo sana. È bene però sottolineare che il verbo greco [elégchô] significa confutarecorreggereriprendere severamente. Non basta chiarire, come oggi si usa dire, è necessario ritrovarsi uniti nella verità. La correzione fraterna scaturisce dalla carità e tende a ristabilire la verità. L’ammonimento è ben diverso dal giudizio. Chi giudica veste i panni del fariseo che prende le distanze e rinfaccia le colpe con il rigore del giudice che si limita ad applicare la legge. Chi corregge, invece, sta dalla parte del fratello, cerca sinceramente il suo bene, per questo lo chiama in disparte, gli rivela la sua amarezza, lo invita a ripensare taluni atteggiamenti e comportamenti. La correzione non è fatta mai con arroganza ma sempre con umiltà e trepidazione. Questo atteggiamento contrasta non poco con l’orgoglio. Per questo deve essere preceduto e sostenuto dalla preghiera.

L’insegnamento evangelico suggerisce cosa fare quando un fratello sbaglia. Ma accade spesso anche il contrario, quando cioè siamo noi a sbagliare e sono gli altri a correggere. In questo caso accogliamo l’esortazione di un testo molto antico: “Non alteriamoci e non indigniamoci quando qualcuno ci riprende. Se ci offendessimo saremmo degli stolti. La correzione infatti ha lo scopo di farci passare dal male alla via della santità. Talvolta infatti a motivo della nostra malizia e del nostro orgoglio, pur facendo il male, non ce ne avvediamo, perché la vista del nostro spirito è annebbiata dalle passioni”. (Omelia di un autore del secondo secolo, 15,3; 17,1-2). Oggi invochiamo una più grande docilità del cuore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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