13 agosto 2020

13 Agosto 2020

Ma Tu resta misericordioso

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,21-19,1)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.

Il commento

Anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello” (18,35). La parabola è un magnifico annuncio dell’infinita misericordia di Dio che perdona anche il peccatore più incallito. La conclusione tuttavia è piuttosto inquietante e costringe a riflettere bene sulle nostre azioni per non trovarci nella stessa condizione del servo, prima perdonato e poi bastonato. L’insegnamento è piuttosto chiaro, possiamo riassumerlo in queste parole: Dio perdona e condona ogni debito ma chiede a noi di assumere lo stesso atteggiamento nei confronti dei fratelli. La misericordia che Dio manifesta gratuitamente deve essere generosamente riversata sugli altri. Se non vede in noi la medesima disponibilità al perdono, il buon Dio ritira quello che prima aveva generosamente donato. Non si tratta di una novità, in fondo possiamo leggere questa parabola come un commento alla severa ammonizione che troviamo al termine del Padre nostro: “Se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Mt 6, 15). Non possiamo chiedere a Dio di usare misericordia, se non c’impegniamo a fare altrettanto.

Se prendiamo sul serio queste  parole, è inevitabile cadere nell’ansia. Anzi, dobbiamo riconoscere che siamo messi male. In effetti, il perdono è una cosa che impariamo con molta fatica e quasi controvoglia. A volte perdoniamo, è vero, ma non lo facciamo con piena convinzione. Altre volte facciamo finta di perdonare, in realtà ci preoccupiamo solo di tenere buoni rapporti con tutti. Dinanzi a questa situazione, che gioca a nostro svantaggio, non ci resta che confidare ancora una volta nella benevolenza di Dio. Vi invito a pregare così: “Padre santo, tu lo vedi, non siamo bravi a perdonare, non siamo stati affatto compassionevoli, l’orgoglio inquina i pensieri e soffoca le parole. Non siamo coerenti né fedeli alle promesse. Hai tutte le ragioni. Siamo stati deboli, lo riconosciamo, ma Tu resta misericordioso e vinci con la carità la nostra inguaribile miseria. Amen”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.