19 agosto 2020

19 Agosto 2020

Mettiamoci al lavoro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Il commento

Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna” (20,1). In questa parabola Dio appare come un Padrone che vuole a tutti i costi farci lavorare. Il vocabolo greco [ergátēs] indica l’operaio, cioè fa pensare al lavoro manuale. Insomma, Dio cerca gente disposta non solo a faticare e sudare ma anche a soffrire. Quest’immagine è poco rassicurante, anzi contrasta nettamente con le nostre attese. Noi cerchiamo un Dio che accarezza e consola. Gesù invece presenta un Dio che ci carica di responsabilità. La chiamata al lavoro, è accompagnata dalla preoccupazione di vederci disoccupati: “ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati” (20,3); “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?” (20,6). Il vocabolo greco [argós] indica una persona senza occupazione. Questo termine ritorna tre volte. Il messaggio è fin troppo chiaro: Dio non ci vuole disoccupati. È bene ricordare che il lavoro appare anche nel paradiso genesiaco: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15). Nell’umanità che Dio sogna non ci sono scarti, per questo si rivolge a tutti, chiama tutti, vuole coinvolgere tutti.  Ai suoi occhi tutti sono potenzialmente abili, tutti hanno qualcosa da dire e da dare e tutti hanno un ruolo nella straordinaria avventura della vita. Anche quelli che la società ha messo ai margini, anche quelli che appaiono come un peso.

Il mondo invita a preoccuparci solo di noi stessi, il Vangelo invece chiede di partecipare in modo responsabile alla storia comune, facendo il possibile e l’impossibile. Tanti battezzati restano sulla soglia, fanno finta di non capire; alcuni fanno il minimo indispensabile, altri presentano il certificato di fragile costituzione per ottenere l’esonero. I santi invece hanno accettato la sfida e hanno scelto di collaborare con Dio per costruire un mondo a Sua immagine. È una scelta impegnativa ma affascinante. Oggi chiediamo la grazia di camminare nel solco dei grandi testimoni della fede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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