27 agosto 2020

27 Agosto 2020

Sempre e solo servi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 24,42-51)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Il commento

Chi è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo al tempo debito?” (24,45). In queste parole appare chiaramente il senso e il valore dell’esistenza. I discepoli sono presentati come servi. Anche quelli che sono posti a capo sono e restano servi. E difatti hanno il compito di prendersi cura degli altri. Nella logica del mondo colui che riceve compiti di responsabilità esercita un potere sugli altri. Nella logica evangelica è chiamato a servire. Non importa quali sono gli incarichi e le competenze che abbiamo ricevuto, non conta il prestigio sociale o ecclesiale. Il Vangelo ci chiede di custodire la coscienza di essere sempre e soltanto servi che devono dare conto al Padrone. Ad essere sinceri, questa prospettiva contrasta non poco con la nostra istintiva ricerca della libertà, ci sembra un attentato a quell’autonomia che rivendichiamo come un diritto assoluto. Fino a farlo diventare una pretesa che inquina la relazione con Dio. E difatti, non raramente ci comportiamo come adolescenti che reclamano a tutti costi una sostanziale indipendenza e non vogliono dar conto di quello che fanno. Non rifiutano i genitori ma rinnegano la loro autorità. Vogliono fare da soli e sbagliare da soli, se necessario.

Il Vangelo si conclude, annunciando che il padrone “arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti” (24, 50-51). In quel giorno non possiamo sottrarci al giudizio di Dio e non avremo più lo scudo della scuse che durante la vita abbiamo usato per giustificare le nostre scelte. Con saggezza e realismo Gesù ricorda che possiamo essere inadempienti, cioè nella condizione di non avere corrisposto al compito ricevuto. Quello che il Vangelo ci presenta come una drammatica eventualità, la accogliamo come un’energica esortazione e chiediamo la grazia di essere servi che esercitano con responsabilità il compito ricevuto. Solo chi dimentica se stesso per amore, ritrova se stesso nell’Amore senza fine.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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