Lunedì 31 agosto

31 Agosto 2020

Un ospite indesiderato

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,16-30)
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Il commento

Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù” (4,29). Luca preferisce situare l’esperienza di Nazaret nelle prime battute del suo Vangelo e, contrariamente al solito, offre un racconto molto più drammatico rispetto agli altri sinottici. Lui solo infatti parla del tentativo di uccidere Gesù da parte dei suoi concittadini. Non solo lo contestano, non solo lo cacciano via, come un ospite indesiderato, non solo gli tolgono la cittadinanza ma tentano addirittura di ucciderlo. Un racconto imbarazzante. Se quelli che lo conoscono bene lo trattano così… Eppure a Nazaret non va in scena una delle tante pagine della vicenda terrena di Gesù. Qui si tocca un tema decisivo, quello che possiamo considerare un vero spartiacque, un punto che divide i battezzati da tutti gli altri. Dopo aver proclamato la parola profetica, che annuncia i tempi messianici in cui tutto sarà vestito di gioia, Gesù svela che la promessa antica si realizza proprio nella sua persona (4,22). Quest’annuncio è solo il primo passo di una progressiva rivelazione che trova il suo sigillo nel presentare Gesù come il Figlio di Dio. Se Gesù è il Messia vuol dire che tutto si compie in Lui e tutto giungerà a compimento attraverso di Lui.

Dovrebbe essere scontato e invece si tratta di una verità che rischia di annegare in un mare di parole. Se è Lui il Messia, non attendiamo altri salvatori né cerchiamo altri maestri. Ci basta restare attaccati e stretti a quel Gesù che continua a compiere la sua opera mediante la Chiesa. Agli inizi del terzo millennio Giovanni Paolo II ricordava a tutti l’assoluta centralità di Gesù: “Non ci seduce certo la prospettiva ingenua che, di fronte alle grandi sfide del nostro tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi!” (Novo millennio ineunte, 29). Il rinnovamento della storia non è nelle mani dell’uomo ma opera di Dio. È questo l’annuncio che dobbiamo dare e far emergere con chiarezza attraverso la vita e le opere.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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