1 settembre 2020

1 Settembre 2020

Erano 30: in fila per violentare una ragazzina di 16 anni

di Giovanna Abbagnara

Israele – Notte calda di agosto, una ragazzina di 16 anni, in vacanza con amici ad Eilat, cittadina nel sud del Paese, sul Mar Rosso, viene seguita da un branco di uomini nel bagno di una stanza del Red Sea Hotel dove stava trascorrendo la serata ed è violentata da 30 uomini. La ragazzina era ubriaca. Le telecamere della struttura alberghiera confermano la fila di uomini all’ingresso della stanza. La donna denuncia la violenza. La polizia israeliana ha aperto subito un’inchiesta. Due uomini, entrambi 27enni vengono arrestati. Sui social è fatto il nome della ragazzina. I servizi sociali, per «per evitare che possa essere minacciata dagli aggressori o loro famigliari» hanno disposto il trasferimento della 16enne in un luogo sicuro.

La vicenda ha sconvolto Israele. Migliaia di persone, nella serata di giovedì 20 agosto si sono riunite in sedici località, inclusa Gerusalemme, per esprimere la loro solidarietà nei confronti della vittima. Anche il premier Benyamin Netanyahu è intervenuto scrivendo sul suo profilo Twitter: “Un fatto scioccante, non ci sono altre parole. Non è solo un crimine contro la ragazza, ma un crimine contro l’umanità stessa, meritevole di ogni condanna. I responsabili devono essere consegnati alla giustizia”.

Ho fatto fatica a scrivere questa notizia. Le frasi brevi, quasi telegrafiche e senza aggettivi inutili esprimono un dolore profondo. Ancora ora a distanza di giorni dal momento in cui ho letto la notizia battuta dalle agenzie di stampa, sento la nausea salire alla gola. Come è possibile infliggere tanto male? Come si fa solo ad immaginare trenta uomini, si fa fatica pure a contarli. Trenta uomini, trenta pantaloni che si abbassano, trenta depravati in attesa del proprio turno. Possibile che tra di loro non ci sia stato nessuno con un briciolo di umanità? Nessuno che abbia fermato quella feroce e crudele malvagità che si stava perpetrando nei confronti del corpo inerme di una ragazzina? E perché questa minorenne era ubriaca? E gli amici dove erano? Non si sono accorti della sua assenza? Non credo che ci sia voluto poco tempo…

Lasciamo perdere cosa penso del futuro di questi sciacalli dopo la loro morte. Intanto spero che vengano tutti condannati quanto prima. Oltre al dolore e all’indignazione però non possiamo risolvere tutto come una bravata o come la follia di qualcuno che violenta solo perché è stato violentato da piccolo. Certamente esistono gravi patologie e dipendenze sessuali conclamate ma qui il problema da porci è molto più profondo e nonostante sia antico come il mondo, è necessario domandarsi come e da cosa l’istintività sessuale è favorita e alimentata. Siamo tutti bravi a dire che uomini e donne devono essere liberi di esprimersi e di fare le loro esperienze. Addirittura, c’è chi pensa che i bambini fin dalle scuole primarie devono essere educati al sesso. Sì al sesso non alla sessualità. Le serie televisive sono piene di immagini erotiche, l’industria del porno online produce sempre più adepti. Le cifre che il Report Meter edizione 2019 fotografa a consuntivo dell’attività annuale sono impietose: quasi 7 milioni e 100mila le foto segnalate l’anno scorso, il doppio rispetto al 2018 quando il contatore si fermò a 3 milioni e 50mila circa. È una piaga che chiama in causa tutti: genitori, insegnanti, chiesa, educatori. Quella ragazzina inerme nella stanza di quell’hotel interpella tutti, nessun escluso. È troppo facile scaricare la colpa sui trenta e archiviare il caso tra gli abomini contro l’umanità. Si può e si deve fare molto di più.


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