5 settembre 2020

5 Settembre 2020

Critica velenosa

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,1-5)
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Il commento

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe” (6,1). Questo episodio e quello successivo (guarigione dell’uomo in giorno di sabato) confermano l’esistenza di una sostanziale differenza tra la proposta di Gesù e la tradizione rabbinica. Il Rabbì di Nazaret non contesta la Parola di Dio ma non condivide la rigida interpretazione data dai rabbini e quella selva di precetti che, nel tentativo di spiegare la norma biblica, appesantisce la vita dei credenti. Il dialogo con i farisei è ambientato nella solenne cornice del Sabato. Il gesto dei discepoli (6,1) è immediatamente sanzionato da un gruppo di scrupolosi farisei che evidentemente hanno ricevuto il compito di seguire e controllare quel giovane Rabbì: “Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?” (6,2). Oggi non voglio entrare nel merito della questione, mi fermo sulla soglia e rifletto su questa domanda. I farisei sono particolarmente diligenti nel denunciare i limiti altrui. Anzi, si ha l’impressione che sono lì proprio per questo, non attendono altro. L’attitudine a sorvegliare gli altri per censurare le loro azioni è assai diffusa, appartiene ad ogni epoca ed è uno sport assai praticato in ogni ambiente sociale e in ogni comunità ecclesiale. La famiglia non è esente, anzi è lo spazio in cui più facilmente la critica inquina la relazione coniugale e genitoriale.

Ci sembra del tutto normale ricorrere alla critica, specie quando si tratta di stigmatizzare comportamenti sbagliati. Occorre stare attenti. Non sempre la critica nasce da un cuore libero e dal desiderio di bene. Anzi, a volte serve solo ad amplificare i limiti altrui. È una critica velenosa. È facile cadere in questa trappola. Oggi chiediamo la grazia di mettere in atto l’atteggiamento opposto, imparare cioè a riconoscere ed apprezzare le cose belle fatte dagli altri. Invece di sanzionare multe, manifestiamo la gioia per tutto il bene che Dio compie attraverso i fratelli, anche quando non mancano le ombre dell’umana debolezza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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