Giovani

di Miriam Incurvati, psicologa

È possibile realizzare i propri sogni? Consigli pratici…

10 Settembre 2020

Non è facile diventare grandi, ancora di più in questo tempo così scosso dal virus e dalle sue ricadute. Non esiste una ricetta valida per tutti. Una sola cosa è certa: non rubiamo ai giovani “la sete dell’irrealizzabile”.

A ridosso dell’apertura del nuovo anno sociale in questo articolo abbiamo deciso di parlare dei giovani adulti. Lasciamo alle spalle un tempo particolare nel quale abbiamo assistito a singolari manifestazioni di paura: dalle mascherine usate persino in macchina con i propri congiunti a comportamenti di disillusione se non irresponsabilità, all’interno dei quali inseriamo la polemica sulla riapertura delle discoteche o di come la movida giovanile fatichi a rispettare le norme di distanziamento e sicurezza. Tante sono le domande che ancora rimangono senza risposta sul virus, sulla nuova organizzazione di vita e molto altro. Vorremmo qui aprire però una finestra di osservazione sullo scenario dei giovani che hanno appena concluso l’adolescenza e fanno un graduale ingresso nell’età adulta. In questa fase i compiti culturalmente assegnati all’individuo sono la realizzazione professionale e la costruzione di una relazione di coppia stabile. L’individuo si orienta verso desideri professionali, affettivi, d’indipendenza e di autorealizzazione.

In molte epoche della storia, per citarne una decisiva ci riferiamo al ’68, la fascia della società appartenente ai giovani adulti ha portato innovazione, cambiamento, ha scosso alla base tutto il sistema sociale. Sembra trattarsi del tempo delle idee, dei sogni, dei progetti, il tempo dalle grandi energie e passioni. È la dimensione dei progetti, delle aspirazioni, dei desideri. Potremmo dire, sul piano psicologico esistenziale che è un tempo molto proficuo. 

Eppure, farvi fronte non è un’impresa semplice e alla portata di tutti, men che mai ai giorni nostri. La precarietà del lavoro destabilizza. La possibilità di studiare sembra a volte un diritto che non confluisce in un termine, ma si protrae senza fine. La vita affettiva è un grande complessità che mantiene il suo fascino, ma che spesso in questo periodo storico-culturale fatica ad acquisire le caratteristiche dell’amore maturo. Molti sono i pericoli in cui si rischia di rimanere impigliati: le dipendenze da sostanze, ambienti criminali, ricerca di soldi facili e senza sacrificio, un isolamento forzato che cozza con una forte spinta alla relazione, solo per citarne alcuni. Ai telegiornali si racconta continuamente di situazioni di questo tipo. Penso al caso della ragazza trovata morta a Brescia per un’overdose. Solo 24 anni e il sogno di un domani migliore, come riferiscono le sue amiche. Un desiderio di vita che si scontra con un esito di morte. È allarmante il contrasto tra i desideri di un giovane adulto, le sue prospettive vitali, e una chiusura così triste e funesta. Eppure non possiamo avere un atteggiamento semplicistico o, ancor peggio, fare di tutta un’erba un fascio, non possiamo sbrigarcela con un semplice “i mammoccioni tutto desideri e pochi fatti”.

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Emmanuel Mounier, nelle Lettere sul dolore (1995) scrive: “No non bisogna togliere ai giovani la sete dell’irrealizzabile”. Una frase bellissima a parer mio, un’ottica di diritto e, perché no, anche di necessità. Ecco allora che la nostra riflessione si apre alla possibilità di fare qualcosa, anzi quasi al dovere, come adulti di smuovere qualcosa. E immaginando che un giovane adulto desideri leggere questo articolo, non vogliamo dare solo una fotografia della situazione attuale, ma anche dare un piccolo contributo, avviare un piccolo processo di cambiamento. 

Mi sono chiesta come ci si può avviare verso la realizzazione dei propri sogni. Allora ho deciso di mettere a punto una specie di ricetta, senza la pretesa alcuna di essere esaustiva, ma come bozza da cui poter partire per orientarsi.

  1. Destinazione autonomia interdipendente. È più che comprensibile che raggiunta l’età adulta si desideri essere autonomi, avere degli spazi di privacy, una disponibilità economica. Il rischio nel quale si può incorrere però, è quello di pensare di farcela da soli, di credere di poter essere autosufficienti. Daniel Siegel invece al riguardo introduce un concetto piuttosto interessante: l’interdipendenza è una dimensione di autonomia che non ci vede però slegati dagli altri, totalmente svincolati da qualunque legame, ma agganciati in un equilibrio alle persone care. Ricordati dunque, che nessuno può farcela da solo; costruisci piuttosto relazioni alla “giusta” distanza. 
  2. Aderenza alla realtà. A volte si spendono molte energie per progetti irrealizzabili, ci si prefissa obiettivi impraticabili. L’invito qui allora, è di fare i conti con se stessi, con le proprie reali inclinazioni. “A cosa sei portato, cosa ti viene bene?” Partire dai carismi effettivi, dalle proprie passioni e usarle come binari sui quali in modo concreto e realistico basare le scelte future. 
  3. Affinare la capacità di scegliere chi avere vicino. Il mondo è pieno di bellezza non c’è dubbio, ma esiste anche ciò che può nuocerci, farci del male. Imparare presto a riconoscere chi ti fa bene, di chi fidarti, di chi circondarti. Questo aiuterà nella vita. Bisogna poi avere il coraggio di allontanare chi influenza negativamente, le cattive compagnie, chi svalorizza. Evidentemente, non vuole il nostro bene. 
  4. Non è forte chi non cade ma chi cade e si rialza. È fondamentale prevedere nella vita delle crisi, mettere in conto che tutti hanno dei momenti di fatica, delle debolezze. Chi raggiunge i suoi traguardi non è chi non cade mai. Chi è forte non è colui che non cade, suona così uno degli slogan nei post dei nostri ragazzi. In effetti, tutti cadono. Prima o poi bisogna fare i conti con la caduta. Allora è più facile prevederla, metterla in conto, accoglierla come parte del processo. È possibile non fermarsi però a quella caduta, non stare lì a struggerci per il nostro fallimento ma prendere le macerie e ripartire alla riscossa. Non dimentichiamo che dopo il temporale c’è sempre il sole.  

Molto altro si potrebbe dire ma, consapevoli di tanta ricchezza, lasciamo al lettore la possibilità di approfondire e aggiungere all’elenco buone prassi e linee guida per affrontare con tenacia le sfide di un’era così delicata della vita ma anche così determinate. Buona vita a tutti!!




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