Pronto Soccorso

I sacerdoti e i diaconi nelle corsie? Angeli vestiti di bianco…

sacerdote

di F. C. medico

Le mie giornate in Pronto Soccorso sono sempre più stressanti, spesso temo di non avere le forze, poi all’improvviso mi accorgo che il Signore benedice ogni giorno con tanti piccoli miracoli.

31 agosto 

Caro diario,

ogni giorno al Pronto Soccorso è ricco di incontri. Ogni giorno ti immergi in una umanità piena, ma soprattutto sofferente. Anche oggi turno di dodici ore: al mattino prego il Buon Dio di riuscire a portare il peso della giornata. Quando arrivo a lavoro una notizia sconvolgente: la notte era morto un ragazzo di soli 25 anni per suicidio di nome Pasquale. La notizia mi assale ma subito i nuovi pazienti distraggono la mia attenzione. Dopo qualche ora arriva Fabio: è il fratello di Pasquale ed ha soli 19 anni. Entrambi i fratelli hanno un corredo infinito di accessi al Pronto Soccorso per problemi psichiatrici e tossicodipendenza. Fabio era venuto solo quattro giorni fa: lo avevo visitato io insieme allo psichiatra. Ora era lì davanti a me, gli occhi gonfi di lacrime: “Dottorè solo qualche goccia per calmarmi che devo tornare in obitorio da mio fratello”. “Fabio stenditi, non ti preoccupare ti aiuto io”. Scoppia in lacrime e sento che anche i miei cominciano a gonfiarsi, gli prendo la mano ma ho il desiderio forte di abbracciarlo, come si farebbe ad un fratello minore. Mi sento così impotente…Ma il Signore mi dona la luce. Contatto don Mimmo, il diacono dell’ospedale e gli parlo di questa storia. Gli chiedo di benedire la salma del ragazzo che si è tolto la vita, di andare per confortare i familiari. Gli raccomando Fabio. “Grazie, sono andato. Ho benedetto la salma, hanno partecipato tutti i ragazzi, ho parlato con il fratello e la mamma.” Dopo qualche ora mi arriva questo messaggio: “Ringrazio Dio per avermi permesso di essere un minuscolo strumento nelle Sue mani ricche di misericordia”.

Leggi anche: Le mie giornate in Pronto Soccorso…

3 settembre

Caro diario,

quando al mattino mi alzo per andare a lavoro sono già stanca (sai bene che non sono mai stata di costituzione forte, ma da quando lavoro qui sembra che la stanchezza fisica sia notevolmente aumentata). Nel poco tempo che ho per prepararmi per andare a lavoro, chiedo a Dio di darmi la forza per sostenere la giornata: quando ho il turno delle dodici ore ho sempre timore di non avere le energie fisiche e mentali per riuscire a fare tutto ciò che mi viene richiesto. Eppure ho notato una cosa, sempre mi perdo in questi pensieri prima di iniziare ma una volta che il turno inizia non ho più il tempo per pensare di essere stanca. Il Signore mi sostiene e mi permette di visitare e pensare ad una terapia per più di 30 pazienti al giorno, risolvere spesso problemi che esulano dalla Medicina ma talvolta sono anche più impegnativi. Il Signore sostiene chi in Lui confida e se chiama dà tutto il necessario per rispondere, donandomi di fare ciò che supera notevolmente le mie capacità. Oggi ero molto preoccupata per una paziente: 40 anni, tumore al pancreas e infezione al Port attraverso cui si alimenta. Aveva bisogno di un ricovero urgente ma in quel giorno nessun posto in reparto era disponibile. Allora provo a trasformare il Pronto Soccorso in un piccolo reparto, facendo fare la nutrizione parenterale e tanti esami che solitamente non possono essere fatti lì. La vedo lì nel caos del Pronto Soccorso, giovane eppure con una malattia che la sta già consumando, sofferente per l’attesa del ricovero. Ad un tratto arriva don Mimmo: “Facciamo una preghiera per chi lo desidera”. Una semplice Ave Maria le fa brillare gli occhi, lo chiama e gli chiede di ricevere Gesù Eucaristia, così anche la paziente che era accanto a lei. Nella distrazione delle tante cose da fare era appena accaduto un piccolo miracolo: Gesù aveva visitato due anime e subito i volti si rischiarano e si rasserenano.




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