12 settembre 2020

12 Settembre 2020

Medicina preventiva

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,43-49)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

Il commento

Chiunque viene a me e ascolta le mie parole” (6,47). Questo insegnamento è rivolto ai discepoli, Gesù li invita ad evitare ogni superficiale adesione perché la vita riserva tempeste improvvise e disastrose: “Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande” (6,49). Il Vangelo parla di un fiume in piena capace di far crollare la casa: quest’immagine fa pensare a situazioni gravi e difficili da gestire. Dobbiamo metterle in conto e prepararci ad affrontarle con l’umiltà di chi sa di non avere la forza necessaria. È bene però ricordare che una casa può crollare anche a causa di piccoli danni, apparentemente non gravi e proprio per questo trascurati. Vi sono comportamenti che forse non appaiono nella loro oggettiva gravità ma che, a lungo andare, possono causare grandi danni. Ad esempio, una situazione di scoraggiamento prolungato, ci rende oggettivamente più deboli, meno vigilanti e permette alle tentazioni di intrufolarsi senza incontrare particolare resistenze. Anche una lamentazione eccessiva può diventare pericolosa perché amplifica il male e non ci fa più leggere gli eventi con quell’ostinata speranza che nasce dalla fede.

Da una parte l’oggettiva gravità dei pericoli e dall’altra la coscienza della nostra fragilità. Tutto questo suggerisce di mettere in atto un’efficace medicina preventiva che consiste essenzialmente nel costruire la casa sulla roccia (6,48). È Dio la roccia sicura, se restiamo saldamente uniti a Lui siamo certi di resistere al male. In greco troviamo il vocabolo pétra che altrove è tradotto con pietra e fa pensare alla Chiesa fondata sull’apostolo Pietro (Mt 16,18). Gesù invita ad essere radicati nella Chiesa. Dio manifesta la sua potenza attraverso una comunità di fragili e poveri peccatori. È questo il paradosso della fede. Chi si affida ai potenti di questo mondo costruisce sulla sabbia e cade nella polvere. Chi invece si lascia illuminare dalla Parola non solo individua per tempo i pericoli ma riceve anche la forza di resistere alle tempeste. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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