RU486

Un ripensamento possibile dopo la RU486 può salvare il bambino nel grembo

gravidanza

di Gabriele Soliani

Si chiama Abortion Pill Reversal ed è l’antidoto alla RU486. Fino al 2018 oltre 500 donne l’hanno usata con successo. Uno studio pubblicato ad aprile 2018, condotto su 754 donne pentite d’aver preso la RU486, ha riportato un tasso di successo dell’Abortion Pill Revarsal del 68%.

Da 13 anni George Delgado e Matt Harrison hanno lanciato l’antidoto alla RU486, l’Abortion Pill Reversal. Nel 2018 il dottor William Lile, in Florida, ha potuto aiutare una donna che aveva preso la RU486 a salvare i due gemelli in grembo all’ottava settimana di gravidanza, come potrebbe ora succedere in Italia visto che è stato spostato il limite a 9 settimane dal Ministro Speranza del partito “Liberi e Uguali”. La donna si era recata in una clinica per abortire e ha preso la prima delle due pillole di cui è composta la RU486, il mifepristone, che blocca il progesterone e fa morire il bambino in grembo.

Ma prima di prendere la seconda pillola, il misoprostol, che provoca le contrazioni e l’espulsione del feto morto, la donna, pentita, si è rivolta al dottor Lile che, secondo il protocollo previsto dall’Abortion Pill Reversal (supportato da una rete di 350 operatori sanitari e una linea diretta 24/7 [1-877-558-0333], ora gestita da Heartbeat International attraverso OptionLine), ha fornito una massiccia dose di progesterone extra usando un farmaco chiamato Prometrium, che normalmente si usa per contrastare le minacce d’aborto spontaneo.

Un mese dopo, a 12 settimane di gestazione, i gemellini avevano battito cardiaco normale e stavano bene. Contro il dottor Lile è stata presentata una denuncia anonima da parte di un abortista e il medico è stato deferito davanti al consiglio di disciplina dell’ordine per avere usato impropriamente il Prometrium. Il comitato di revisione istituzionale però ha ritenuto ragionevole l’uso del farmaco dopo un tentativo di aborto chimico con RU486 e ha giudicato le azioni del dottor Lile professionali, appropriate e buone pratiche mediche.

Fino al 2018 oltre 500 donne hanno usato l’antidoto alla RU486 con successo. Uno studio pubblicato ad aprile 2018, condotto su 754 donne pentite d’aver preso la RU486, ha riportato un tasso di successo dell’Abortion Pill Revarsal del 68%. Gli abortisti “pro choice“, cioè per la scelta, insistono nel voler combattere con ogni mezzo contro l’antidoto alla RU486. La scelta della stessa donna di ripensare e cambiare idea sull’aborto farmacologico non è sopportabile per la mentalità abortista perché stravolge la dittatura del diritto assoluto e porta alla luce l’inganno dell’aborto come “legge di civiltà”.




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