
Il volto femminile della santità
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,1-3)
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Il commento
“C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità” (8, 1-2). La stabile presenza delle donne nella comunità itinerante che, insieme a Gesù, attraverso i villaggi della Galilea, non appare solo in questo dettaglio fugace di Luca. Nel racconto della passione l’evangelista parla nuovamente di queste donne e le presenta come coloro che “lo avevano seguito [sunakolouthoûsai] fin dalla Galilea” (Lc 23, 49). il verbo è quello della sequela, lo stesso che tante volte viene usato per gli apostoli. Da notare che anche Marco e Matteo sono concordi nel riferire questa notizia. Nessuno mette ragionevolmente in dubbio il ruolo familiare delle donne ma il ruolo sociale è stato spesso contestato. Era così al tempo di Gesù. E invece il Nazareno, non solo mostra una particolare attenzione nei confronti della donna, che nei Vangelo spesso viene presentata come modello della fede; ma offre loro la possibilità di partecipare attivamente all’impegno missionario della piccola e dinamica comunità apostolica. Questa sorprendente novità non ha sempre trovato spazio nella vita della Chiesa. A volte, è giusto dirlo, è stato più facile adattarsi alle consuetudini sociali piuttosto che provare scardinarle.
E tuttavia, lungo i secoli abbiamo una serie straordinaria di figure femminili che hanno lasciato una particolare impronta. Una di queste è Teresa d’Avila (1515-1582), riformatrice del Carmelo, che ringrazia Gesù per la benevolenza che ha riservato alle donne e lamenta che questo atteggiamento non viene imitato dagli uomini del suo tempo: “Voi siete giudice giusto, e non come i giudici della terra, i quali, figli di Adamo come sono e in definitiva tutti uomini, non vi è virtù di donna che non tengano in sospetto. Sì, ci deve essere un giorno, o mio Re, in cui tutti appaiano quali sono. Non parlo per me, ché già conosce il mondo la mia miseria, e ho piacere che sia palese, ma perché vedo tempi siffatti che non è ragionevole rigettare animi virtuosi e forti, quantunque siano di donne” (Cammino di perfezione, 3,7). Oggi preghiamo perché il volto femminile della santità di Dio possa maggiorente risplendere nella Chiesa.
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