19 settembre 2020

19 Settembre 2020

Occasioni perdute

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,4-15)
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

Il commento

Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!” (8,8). La parabola si conclude con una salutare provocazione. Possiamo leggerla pensando al terreno come immagine dell’umanità ma possiamo anche pensare che quel terreno siamo noi, come dice l’apostolo Paolo (1Cor 3,9). È consolante pensare che in mille modi Dio si è preoccupato di seminare la Parola nel terreno della nostra vita nella speranza di veder germogliare frutti. Ma dobbiamo anche verificare se e come abbiamo risposto: abbiamo preso sul serio il nostro impegno e abbiamo attivamente collaborato con la grazia oppure abbiamo colpevolmente trascurato di coltivare i doni ricevuti. Se verifichiamo con sincerità, non facciamo fatica a individuare le occasioni perdute e la scarsa disponibilità che ha soffocato l’opera di Dio. Abbiamo dato spazio ad altre priorità, abbiamo seguito i nostri gusti, abbiamo messo in secondo piano le attese di Dio. Eravamo così convinti di fare cose buone da non renderci conto di aver relegato Dio in un angolo. È bene ricordare che, accanto al Seminatore divino, ci sono tanti altri mercanti di morte che spacciano menzogne, amplificano le esigenze individuali, danno il primato ad obiettivi che non hanno valore o possono addirittura essere dannosi. In questo bailamme lo spazio per Dio appare sempre più ridotto. 

Chiediamoci allora cosa possiamo e dobbiamo fare per evitare che il maligno venga a rubare la parola o che le spine possano soffocare le buone intenzioni. Chiediamoci anche, in tutta onestà, cosa possiamo fare per liberarci da tutti quei condizionamenti che impediscono alla Parola di portare frutto. Questo impegno non può rimanere generico. La vita spirituale richiede concretezza: dobbiamo individuare quali sono i punti deboli e quali sono i passi da fare. Altrimenti l’esperienza di fede non assume la forma di un vero cammino ma diventa un vagabondaggio spirituale, una sorta di turismo religioso. Il Vangelo oggi ricorda che se manca la Parola, l’uomo smarrisce la strada. Per questo chiediamo la grazia di ascoltare e custodire con cura quello che Dio chiede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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