19 settembre 2020

19 Settembre 2020

Ridatemi Mogol e Battisti!

di Giovanna Abbagnara

Talent show – Avere un figlio ventenne è decisamente comodo quando di mestiere cerchi di fare la giornalista. Mio figlio è come un’antenna puntata sull’universo dei giovani. Si interessa di tutto e gli piace commentare tutto con la madre mentre codesta scorazza per casa cercando di cucinare o di mettere un po’ di ordine alla velocità della luce. È come se avessi in casa la mia rassegna stampa parlante. Argomento del pranzo di ieri la nuova edizione del celebre quanto seguitissimo talent show X Factor (che so essere amato tantissimo non solo dai giovani!! Si bisbiglia che venga visto anche nei seminari e nei conventi ma questo diciamolo a bassa voce). Per chi come me fosse davvero ignorante in materia è bene precisare che lo show seleziona e poi alla fine premia un cantante o una band musicale. Le selezioni sono spietate e creano decisamente modelli e stili che poi i giovani tendono a replicare e a seguire sia nel modo di vestire che nei gusti musicali. Di solito questi talent sono lo specchio, la fotografia di ciò che avviene nell’universo giovani.

Tutto bello. “Che c’è di male?”. Mi sembra già di sentire la più antica quanto pericolosa obiezione. Niente, risponderei io se non che questi programmi sono chiaramente ideologizzati fin nelle midolla e ti servono il mainstream in un bel piatto tutto colorato e invitante. È il caso per esempio di Francesco, 21 anni, livornese di nascita e con una voce bella ma non esagerata. Peccato che nel video di presentazione che la redazione di X Factor ha preparato tutto si evidenzia tranne che la voce. Francesco, nome d’arte Blue Phelix, vive a Londra da tre anni perché la sua città “le sta stretta” dichiara e ama vestirsi con gonne e vestiti femminili: «Per me i vestiti non hanno un’identità di genere, sono pezzi di tessuto. Quando io mi metto un vestito mi sento sicuro di me, mi sento libero, mi sento bello. Ho iniziato a fare video su TikTok qualche mese fa, facendo questi video faccio vedere che io esisto: magari non sono come la maggior parte delle persone ma sono qui». Dopo la sua esibizione con un inedito “South Dakota”, i giudici danno il via al copione già scritto. Emma Marrone: «Io davanti a me vedo una bellissima persona con una bellissima storia da raccontare e con una battaglia che personalmente penso tu abbia già vinto, però potresti combattere le battaglie anche per gli altri perché in questo Paese c’è veramente bisogno di gente in prima linea che ci mette la faccia e che ha qualcosa da dire».

È chiaro i talent sono solo un’industria usa e getta di personaggi che devono trainare mode, costumi e cambi di mentalità. Poi saranno gettati via. Hanno vita breve. Dove sono finiti, giusto per citarne alcuni, i Matteo Becucci, I Moderni, Antonio Maggio, Ruggero Pasquarelli, Marco Carta, Tony Maiello e tutti gli altri ragazzi lanciati dai talent? Intanto però i danni culturali che questi burattini orchestrati ad hoc creano nei nostri figli restano per sempre. E qualcuno li deve aiutare a leggere criticamente ciò che vedono, ascoltano e spesso cercano di imitare. Ridatemi Mogol, Battisti, Battiato… Non sono una nostalgica ma la musica è un’altra cosa e questi tentativi di normalizzare per forza atteggiamenti e modi di vestire mi urtano con tutto il rispetto per le persone. Se dobbiamo fare musica fate musica, se poi dovete finanziare qualcosa altro, cambiate mestiere.


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