23 settembre 2020

23 Settembre 2020

Liberi dalla paura

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,1-6)
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

Il commento

Convocò i Dodici e diede loro forza e potere […] e li mandò ad annunciare il regno di Dio” (9, 1-2). Questo brano evangelico non può essere considerato come uno dei tanti episodi del ministero pubblico. Si tratta di un capitolo nuovo, è il primo annuncio di quell’avventura missionaria che inizia con la Pentecoste e impegna la Chiesa lungo tutti secoli, fino al ritorno glorioso del Signore. Se rileggiamo le pagine precedenti del Vangelo, possiamo notare come fino a questo momento Gesù è stato l’unico protagonista, ha proclamato con autorità la parola di Dio, ha compiuto prodigi che hanno suscitato non poco stupore tra i discepoli e nella folla. Ad un certo punto, chiede ai Dodici di partecipare alla sua opera. Fino a quel momento la loro partecipazione si è manifestata attraverso la sequela, hanno risposto alla chiamata, sono andati dietro di lui, hanno condiviso con lui la fatica e le prove del cammino, ora Gesù li chiama nuovamente per inviarli. Il Maestro sa bene che non sono capaci, conosce la loro fragilità, è Lui a renderli capaci. E difatti, prima di mandarli dona loro “forza e potere” [dýnamis ed exousía], cioè le stesse caratteristiche che gli hanno permesso di esercitare la sua missione. Li riveste con la sua forza e li rende abili. “Tutta la nostra fortezza ci è data in prestito”, diceva san Josemaria Escrivà (Cammino, 728). Non stacchiamoci mai da Lui. 

Dopo aver ricevuto il mandato, i Dodici “uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni” (9,6). Il verbo iniziale fa pensare ad un gruppo che esce da una casa, un luogo sicuro, e si avventura nel mondo, indica la disponibilità ad uscire dalla prigione delle sicurezze per accettare le sfide della vita, avendo come unico bastone la certezza di camminare in compagnia di Dio e come unica moneta la fede nella Provvidenza di Dio. Oggi chiediamo la grazia di uscire dall’orizzonte ristretto dei nostri problemi per annunciare quella Parola che libera dalla paura e semina speranza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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