24 settembre 2020

24 Settembre 2020

Potere cieco

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,7-9)
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Il commento

Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?” (9,9). I Dodici sono partiti per la missione, vanno di villaggio in villaggio. L’evangelista sposta l’attenzione su Erode Antipa, il governatore della Galilea, colui che ha fatto decapitare Giovanni Battista. Un uomo come Gesù, che gode di un crescente consenso tra la gente, non può passare inosservato, le sue parole e i suoi gesti sono attentamente monitorati non solo dai farisei ma anche dagli uomini del Palazzo, preoccupati di soffocare sul nascere ogni forma di insurrezione popolare. Informato tempestivamente di ciò che accade, Erode cerca di comprendere chi è questo Gesù ma non giunge ad una conclusione: “Non sapeva cosa pensare” (9,7). Il verbo greco [diaporéō] indica una persona che riflette attentamente sulle cose ma non riesce a scoprire il significato degli avvenimenti (At 10,17). Erode ha tutte le informazioni necessarie ma non è capace di formulare un giudizio. È costretto a guardare senza capire. È icona di un potere cieco che pretende di gestire la vita di tutti ma non sa rispondere alle domande fondamentali.

La ragione non è capace di squarciare il mistero. Se fosse umile, dovrebbe accettare di essere intrinsecamente limitata, come scrive Blaise Pascal: “Il passo estremo della ragione porta a riconoscere che ci sono innumerevoli cose che la sorpassano”. Se manca questo atto di umiltà, invece di essere una  casa, la ragione diventa una prigione, uno spazio angusto che impedisce di guardare oltre le apparenze. Le parole che Dio consegna all’uomo non passano esclusivamente attraverso i canali della ragione. Abbiamo bisogno della fede per decifrare i fatti. Non solo i grandi avvenimenti della storia ma anche le piccole vicende della vita. Nella luce di Dio tutto acquista un nuovo significato, possiamo così intravedere in ogni cosa i segni del Mistero e in ogni uomo un riflesso di quel Dio che si è fatto uomo. La fede illumina la ragione e riveste di letizia i nostri giorni. È una grazia da chiedere.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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1 risposta su “Potere cieco”

E’ un commento molto puntuale che mi ha fatto particolarmente bene. Vorrei chiedervi di aiutarmi a pregare per chi, non giovanissimo, non ha ancora scoperto il dono della fede in Dio, nostro Signore Gesù Cristo. Quanto è preziosa, oggi più che mai, l’umiltà della ragione. Grazie, Mariaconcetta DI LECCE

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