Scuola Ma le mascherine non doveva fornirle la Scuola? Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 2 Ottobre 2020 Nessun commento su Ma le mascherine non doveva fornirle la Scuola? di Ida Giangrande Le scuole sono ripartite. Come? È ancora tutto un programma, ma intanto abbiamo una certezza: nonostante le promesse del governo, le mascherine ai nostri figli le stiamo comprando noi. Il momento tanto atteso è arrivato. Le scuole hanno riaperto i cancelli. Come tutte le mamme ho accompagnato la mia piccola e mi sono rimessa a fare le cose che appartenevano alla mia routine e che, ormai, dopo mesi di chiusura avevo dimenticato: la sveglia, lo zaino, la merenda, la colazione e poi? Quell’oggetto in più che non apparteneva a quelli di uso quotidiano: la mascherina. I bambini sembravano irriconoscibili con il viso semicoperto. Le amiche più strette però si sono riconosciute e hanno provato ad abbracciarsi, per poi essere tempestivamente fermate dalle loro mamme. È stato orribile, bloccare l’esplosione di gioia dei piccoli, frenare il loro entusiasmo, un siparietto insopportabile. Poi le porte si sono aperte e mai come quest’anno la prima campanella è suonata in sordina, un “sottovoce” quasi irreale e inquietante che, in pochi secondi, ha espresso tutta l’incertezza e il disagio in cui siamo immersi. E dopo l’ingresso dei bambini, noi mamme siamo rimaste lì con il naso per aria a domandarci: “E ora?”. Tutto sembra essere cambiato, l’entrata, l’uscita, il distanziamento, e anche per noi famiglie oltre alla tensione che ci accompagna ogni giorno quando salutiamo i nostri figli, c’è la consapevolezza di dover affrontare un costo in più. Sì perché la Scuola è anche questo per noi genitori, un costo in più spesso molto caro. Nel caos generale di critiche alla Ministra Azzolina per i famosi banchi monoposto, sembrava esserci una certezza: le mascherine le avrebbe fornite la Scuola. Ma, ahimè, non è così. O almeno, non è così dalle mie parti e tra le tante spese che solitamente le famiglie sostengono tra zaini, astucci, penne, matite e album, oltre all’atavico problema del “caro libri”, quest’anno abbiamo in più anche il costo delle mascherine. Servono quelle chirurgiche, monouso, una al giorno per cinque giorni per tutte e due le bambine senza considerare il marito, che ne ha bisogno per lavoro, quante mascherine ci vogliono? Considerando che il costo è pari a cinque euro per un pacco di cinque mascherine, direi che oggi l’acquisto di questo oggettino salvavita, nemmeno molto fashion a dire il vero, è diventata una nuova voce sul bilancio familiare. Con l’acqua alla gola mi domando: ma non dovevamo essere aiutati in uno stato di emergenza? E che cosa ne sarà delle famiglie che hanno più di due figli? Leggi anche: “Mamma ho paura di andare a scuola” Qualcuno potrebbe dirmi: ci sono quelle di stoffa. Ma andrebbero lavate e ci vorrebbero ricambi per l’intero anno. Non più tardi di qualche mese fa, il Ministero dell’Istruzione ha inviato ai dirigenti scolastici una nota riepilogativa sul tema della distribuzione delle mascherine e su altri aspetti di carattere organizzativo e finanziario connessi alle attività per la ripresa dell’anno scolastico, dove si legge: “In particolare, il Ministero ricorda che, a partire dai giorni 27 e 28 agosto 2020, la struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID ha avviato la distribuzione di mascherine monouso di tipo chirurgico, gel igienizzante e arredi presso le istituzioni scolastiche. Per quanto riguarda la distribuzione di mascherine e gel igienizzante, il Ministero specifica nella nota che la fornitura di mascherine viene effettuata, a cura della struttura commissariale, per tutto il personale scolastico e per tutti gli studenti e che la distribuzione avviene con cadenza settimanale o bisettimanale, in relazione al numero di alunni e di personale scolastico presenti in ciascuna istituzione scolastica”. Ma i nostri figli sono tornati in classe e, per il momento, le mascherine le abbiamo comprate noi insieme al gel igienizzante. In un articolo del 2 settembre pubblicato sul “la Repubblica” si riporta la dichiarazione di Stefano Vignaroli, presidente della commissione Ecomafie, che sottolinea: “La scelta di dare agli studenti mascherine monouso è sbagliata su tutta linea e va quindi rivista. Con 11 milioni di mascherine chirurgiche al giorno per gli studenti, le scuole sforneranno quotidianamente 44 tonnellate di rifiuti da incenerire. Proteggere la salute dei ragazzi è sacrosanto ma quando si prendono delle decisioni è fondamentale porsi il problema anche dell’impatto ambientale che si va a generare”. Tutto il rispetto per l’ambiente, ma qui le tonnellate di mascherine non si vedono e non si sentono. Se davvero sono state prodotte mi domando: dove sono finite? Quale buco nero le ha risucchiate? Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Coronavirus, scuola ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Alessandro D’Avenia: la violenza della pornografia consuma i nostri ragazzi La risurrezione è necessaria. Pensaci, quando fai gli auguri di Buona Pasqua È possibile una “corte continua” nel matrimonio? Ne parlano Antonio e Luisa De Rosa Violenza di genere in adolescenza: cosa svela un’indagine di Save The Children “Mio figlio, oggi, è più vivo di prima”: così la mamma del beato Carlo Acutis La Croce annuncia che solo l’amore vince Nei frammenti della storia. Don Mario Vassalluzzo, giornalista e comunicatore San Paolo vuole che la donna sia “sottomessa”? Riflettendo sulla Lettera agli Efesini “Il mio bambino è la cosa più vicina al Cielo che io abbia mai visto” Maternità surrogata: a Roma una Conferenza Internazionale per l’abolizione universale