Scuola

Ma le mascherine non doveva fornirle la Scuola?

mascherine

di Ida Giangrande

Le scuole sono ripartite. Come? È ancora tutto un programma, ma intanto abbiamo una certezza: nonostante le promesse del governo, le mascherine ai nostri figli le stiamo comprando noi.

Il momento tanto atteso è arrivato. Le scuole hanno riaperto i cancelli. Come tutte le mamme ho accompagnato la mia piccola e mi sono rimessa a fare le cose che appartenevano alla mia routine e che, ormai, dopo mesi di chiusura avevo dimenticato: la sveglia, lo zaino, la merenda, la colazione e poi? Quell’oggetto in più che non apparteneva a quelli di uso quotidiano: la mascherina.

I bambini sembravano irriconoscibili con il viso semicoperto. Le amiche più strette però si sono riconosciute e hanno provato ad abbracciarsi, per poi essere tempestivamente fermate dalle loro mamme. È stato orribile, bloccare l’esplosione di gioia dei piccoli, frenare il loro entusiasmo, un siparietto insopportabile. Poi le porte si sono aperte e mai come quest’anno la prima campanella è suonata in sordina, un “sottovoce” quasi irreale e inquietante che, in pochi secondi, ha espresso tutta l’incertezza e il disagio in cui siamo immersi.

E dopo l’ingresso dei bambini, noi mamme siamo rimaste lì con il naso per aria a domandarci: “E ora?”. Tutto sembra essere cambiato, l’entrata, l’uscita, il distanziamento, e anche per noi famiglie oltre alla tensione che ci accompagna ogni giorno quando salutiamo i nostri figli, c’è la consapevolezza di dover affrontare un costo in più. Sì perché la Scuola è anche questo per noi genitori, un costo in più spesso molto caro. Nel caos generale di critiche alla Ministra Azzolina per i famosi banchi monoposto, sembrava esserci una certezza: le mascherine le avrebbe fornite la Scuola. Ma, ahimè, non è così. O almeno, non è così dalle mie parti e tra le tante spese che solitamente le famiglie sostengono tra zaini, astucci, penne, matite e album, oltre all’atavico problema del “caro libri”, quest’anno abbiamo in più anche il costo delle mascherine.   

Servono quelle chirurgiche, monouso, una al giorno per cinque giorni per tutte e due le bambine senza considerare il marito, che ne ha bisogno per lavoro, quante mascherine ci vogliono? Considerando che il costo è pari a cinque euro per un pacco di cinque mascherine, direi che oggi l’acquisto di questo oggettino salvavita, nemmeno molto fashion a dire il vero, è diventata una nuova voce sul bilancio familiare. Con l’acqua alla gola mi domando: ma non dovevamo essere aiutati in uno stato di emergenza? E che cosa ne sarà delle famiglie che hanno più di due figli?

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Qualcuno potrebbe dirmi: ci sono quelle di stoffa. Ma andrebbero lavate e ci vorrebbero ricambi per l’intero anno. Non più tardi di qualche mese fa, il Ministero dell’Istruzione ha inviato ai dirigenti scolastici una nota riepilogativa sul tema della distribuzione delle mascherine e su altri aspetti di carattere organizzativo e finanziario connessi alle attività per la ripresa dell’anno scolastico, dove si legge: ​​​​​​​In particolare, il Ministero ricorda che, a partire dai giorni 27 e 28 agosto 2020, la struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID ha avviato la distribuzione di mascherine monouso di tipo chirurgico, gel igienizzante e arredi presso le istituzioni scolastiche. Per quanto riguarda la distribuzione di mascherine e gel igienizzante, il Ministero specifica nella nota che la fornitura di mascherine viene effettuata, a cura della struttura commissariale, per tutto il personale scolastico e per tutti gli studenti e che la distribuzione avviene con cadenza settimanale o bisettimanale, in relazione al numero di alunni e di personale scolastico presenti in ciascuna istituzione scolastica”. Ma i nostri figli sono tornati in classe e, per il momento, le mascherine le abbiamo comprate noi insieme al gel igienizzante. 

In un articolo del 2 settembre pubblicato sul “la Repubblica” si riporta la dichiarazione di Stefano Vignaroli, presidente della commissione Ecomafie, che sottolinea: “La scelta di dare agli studenti mascherine monouso è sbagliata su tutta linea e va quindi rivista. Con 11 milioni di mascherine chirurgiche al giorno per gli studenti, le scuole sforneranno quotidianamente 44 tonnellate di rifiuti da incenerire. Proteggere la salute dei ragazzi è sacrosanto ma quando si prendono delle decisioni è fondamentale porsi il problema anche dell’impatto ambientale che si va a generare”. Tutto il rispetto per l’ambiente, ma qui le tonnellate di mascherine non si vedono e non si sentono. Se davvero sono state prodotte mi domando: dove sono finite? Quale buco nero le ha risucchiate?




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